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NEWS
29-10-2007 TUTTE LE NEWS
Il petrolio va alle stelle e la UE pensa all'idrogeno
Due proposte adottate dalla UE a favore dello sviluppo del mercato delle tecnologie a idrogeno, e in particolare di quelle destinate alla mobilità, sono all'esame del Parlamento Europeo e del Consiglio dei Ministri.
 
Con il petrolio alle stelle si affacciano all'orizzonte e acquisiscono sempre più interesse le possibili alternative ai combustibili fossili che, nell'insieme, potrebbero andare a comporre il mix di fonti energetiche che nel tempo garantirà la continuità e la sicurezza dell'approvvigionamento. Rientrano in quest'ottica le proposte della Commissione Europea a favore dello sviluppo delle tecnologie a idrogeno, e in particolare di quelle destinate alla mobilità. In particolare, la prima riguarda l'istituzione della Fuel Cells and Hydrogen Joint Technology Initiative (JTI), un ambizioso programma, condotto in parternariato tra pubblico e privato, che integra ricerca scientifica, sviluppo di tecnologie e svolgimento di attività dimostrative. L'iniziativa, finalizzata a diffondere le tecnologie all'idrogeno, ponendosi come traguardo temporale per la commercializzazione il periodo 2010-2020, si svilupperà nell'arco dei prossimi sei anni, con un contributo finanziario di 470 milioni di euro da parte dell'UE e una corrispondente quota stanziata dal settore industriale privato. La seconda proposta riguarda espressamente i veicoli a idrogeno. Poiché, infatti, esistono flotte di automobili già pronte per il mercato, la Commissione propone di semplificare il processo di autorizzazione alla circolazione in modo da favorirne l'effettiva sperimentazione su strada. Secondo il vice presidente della Commissione, Günter Verheugen, “L'introduzione di veicoli a idrogeno ha la potenzialità di rendere più pulita l'aria e ridurre la dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili. La messa a punto di standard comuni favorirà la diffusione dei mezzi a idrogeno, garantirà un adeguato livello di sicurezza per i cittadini e promuoverà la competitività tra produttori europei”.

scienzaegoverno.it