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16-01-2007 |
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Road-Map UE; industria rinnovabili indietro di 10 anni |
Secondo quanto lamenta il mondo industriale impegnato nel settore delle energie rinnovabili la Commissione europea nel suo nuovo pacchetto energetico ha fatto dell'ottima retorica, ma adottando solo in parte le giuste misure necessarie allo sviluppo delle rinnovabili. |
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L'Esecutivo, sottolinea l'industria, fa riferimento all' impatto positivo delle rinnovabili sulla sicurezza degli approvvigionamenti, sull'occupazione, l'innovazione e la riduzione di importazioni e riconosce anche che le economie di scala possono ridurre sostanzialmente i costi dell'energia verde. Nonostante cio' Bruxelles, affermano gli operatori del settore delle rinnovabili ''si e' limitata a proporre l'obbligo di contribuire con il 20% di energie rinnovabili al mix energetico entro il 2020, senza introdurre target specifici per l'elettricita' verde e per la produzione di caldo e freddo. Obiettivi specifici per i tre settori delle rinnovabili erano stati richiesti a viva voce non solo dall'industria, ma anche dagli europarlamentari nella seduta del 14 dicembre, con 479 voti a favore, 16 contrari. Si fa cosi' un passo indietro, dicono, ritornando alla legislazione Ue del 1997, quando non esisteva che un obiettivo globale per le rinnovabili del 12% da raggiungere entro il 2010 e, sottolinea l'industria, non c'era stato uno sviluppo delle rinnovabili proprio per mancanza di un quadro legislativo per i tre settori. Il vuoto era stato colmato con la direttiva 2001 per l' elettricita' verde, con un target obbligatorio del 21% entro il 2010, e per i biocarburanti con una obiettivo del 5,75%, sempre per il 2010. Al quadro Ue mancava solo una direttiva che fissasse obiettivi di rinnovabile nel settore del riscaldamento e del raffreddamento. Normativa che ci si aspettava dalla Commissione a fine 2006.
E invece. Il pacchetto energia , se fa qualche passo avanti, riconoscendo per la prima volta l'importanza dell'energia verde per produrre caldo e freddo, non ne fissa alcun target obbligatorio come neppure per l'elettricita' verde. Unico target che rimane e viene aggiornato al 10% e' quello per i biocarburanti. Nel nuovo testo, sostiene l'industria del rinnovabile ''la Commissione europea ha cambiato l'approccio decidendo che gli stati membri debbano avere la liberta' di determinare il proprio mix. Benche' l'idea possa inizialmente sembrare attraente, in realta' mina la legislazione vigente per l'elettricita' rinnovabile''. E, si sottolinea,la formulazione di nuove regole per le rinnovabili potrebbe richiedere anni, quattro sono stati necessari per partorire la direttiva 2001 sull'elettricita' verde, gettando alle ortiche cinque anni di politiche nazionali di incentivo alle energie rinnovabili e creando incertezza per gli investimenti. (ANSA).
www.ansa.it
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