La ricerca ha infatti permesso di realizzare pigmenti sintetici molto simili a quelli naturali: uno di essi di colore verde, è una sorta di clorofilla sintetica, mentre un altro pigmento studiato e simile all’emoglobina. Secondo quanto riferito dagli stessi ricercatori, tali pigmenti sintetici potrebbero essere impiegati per costruire celle fotovoltaiche che sfruttano tali composti quali elementi sensibili.
Come dimostrato con un piccolo dispositivo prototipale in grado di alimentare una piccola ventola, con i pigmenti sintetici è possibile far funzionale le celle anche in condizioni di luce scarsa, il che le renderebbe adatte anche al funzionamento in giornate nuvolose. Una possibile applicazione prevede l’integrazione dei pigmenti nel vetro, per realizzare finestre in grado di generare elettricità.
Un ulteriore vantaggio sarebbe un maggiore rispetto per l’ambiente: le nuove celle sono costruite con biossido di titanio, un minerale abbondante, rinnovabile e non tossico ottenuto dalla sabbia nera della Nuova Zelanda. (fc)
Veneto Nanotech
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