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29-08-2007 |
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Arriva elettricitą da stomaco mucche |
Infaticabili 'produttori' di latte, formaggi e carne, i bovini potrebbero diventare in un futuro prossimo attori protagonisti per lo sviluppo di energia pulita, continua e rigenerabile. |
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E' quanto sostengono ricercatori statunitensi della Ohio State University, che hanno sviluppato una tecnologia in grado di generare elettricita' sfruttando i batteri presenti nel fluido del rumine (il piu' grande dei quattro stomaci della mucca). Gli scienziati hanno infatti creato delle piccole celle a combustibile, di dimensioni non superiori a quelle di un palmare, capaci, per ora, di produrre abbastanza energia elettrica per illuminare una lampadina. All'interno delle celle a combustibile microbiologico, un compartimento viene riempito con cellulosa e fluido del rumine. ''L'energia - ha spiegato Hamid Rismani-Yazdi, ricercatore del Food, agricultural and biological engineering dell'Ohio State University e curatore della ricerca assieme a Ann Christy e Olli Tuovinen - e' prodotta dai batteri che scompongono la cellulosa, una delle piu' abbondanti risorse del pianeta. Essa e' infatti presente sia nel mondo agricolo, come residuo dei raccolti, sia negli scarti della lavorazione della carta e del legno''. La cella utilizzata e' un'evoluzione di un modello che gli stessi ricercatori avevano sviluppato alcuni anni fa: quattro volte piu' piccola, ha una potenza di tre volte superiore. ''Se con la vecchia tecnologia - ha continuato lo scienziato - erano necessarie quattro celle per produrre abbastanza elettricita' per ricaricare una pila stilo (taglia AA), ora ne bastano due''. Ma la piu' importante novita' risiede nel fatto che mentre una comune batteria una volta esaurita e' da buttare o al limite da ricaricare, questa cella richiede semplicemente l'aggiunta costante di nuova cellulosa, la cui quantita' dipende dall' apparecchio che si sta alimentando. ''L'energia prodotta da queste celle e' in sostanza inesauribile fino a che i batteri hanno cellulosa di cui nutrirsi. Attualmente - ha aggiunto Rismani-Yazdi - abbiamo fatto lavorare le celle fino a tre mesi''. Sebbene la tecnologia stia ancora muovendo i suoi primi passi, i ricercatori stanno concentrando i loro sforzi per aumentare la quantita' di energia che le celle possono produrre e stanno sperimentando in laboratorio la coltivazione di massa di batteri del rumine per possibili future produzioni delle celle su larga scala. (ANSA).
www.ansa.it
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