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17-09-2007 |
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E' bufera su eolico Britannico |
Infuria in Inghilterra attraverso, i media, la polemica sul proliferare degli impianti eolici nel Regno Unito. |
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La Bbc avrebbe inchiodato, attraverso un'indagine, le societa' che spingono e propongono la costruzione di parchi eolici in localita'inadatte allo scopo, ha scritto nei giorni scorsi il Telegraph, giornale britannico online. I luoghi sono poco ventosi e per renderli attraenti se ne esagera il potenziale eolico. A far scattare questa tendenza all'esagerazione ci sarebbero, si sostiene nelle colonne del quotidiano, gli ingenti sussidi disposti dal governo britannico, mezzo miliardo di sterline, per sostenere il settore eolico. Se Bruxelles chiede di raggiungere obiettivi ambiziosi con le energie rinnovabili, la Gran Bretagna ha gia' disposto gli incentivi ad hoc con uno schema di Certificati Obbligatori per le Rinnovabili, ma i risultati stentano a farsi vedere. Per ora le compagnie non hanno fornito nemmeno lo 0,5% dei bisogni di elettricita' del paese, scrive il Telegraph. A dare man forte all'idea che le societa'ingolosite dai sussidi abbiano la tendenza ad esagerare, quando si considera la velocita' del vento e la sua potenzialita' in termini di energia eolica, e' Michael Jefferson, Direttore per le politiche della Rete Mondiale delle Energie Rinnovabili e gia' Capo Economista alla Shell. Sottolinea che, anche se la Gran Bretagna puo' vantare il primato come nazione piu'ventosa d'Europa, ha comunque molte zone dove soffia relativamente poco vento. Il denaro, puntualizza, non va impiegato per costruire parchi eolici la' dove ci sono pressioni di sviluppo, come avviene spesso. A conferma della denuncia di Jefferson arriva l'analisi dei dati raccolti da Watchdog Ofgem sui vari fattori del vento. Il fattore ''carico di vento'' raccomandato per uno sviluppo fattibile del potenziale eolico e' il 30%, ma la percentuale in Gran Bretagna e' solo del 28%, a causa della instabilita' del vento. La Gran Bretagna non ha vento a sufficienza per garantire una fornitura regolare in termini di energia eolica e quest' ultima non si puo' stoccare. Si fa notare che ci sono sbalzi enormi nell'intensita' del vento che nel giro di 20 ore puo' passare da una resa del 100% al 20%. Alle accuse controbatte la Bwea, l'Associazione Britannica dell'Energia Eolica. I sussidi, sottolinea, non vengono dati per costruire i parchi eolici, ma solo per la quantita' di energia fornita alla rete nazionale. Maria McCaffery, Direttore Esecutivo della Bwea, argomenta che nessuno con buon senso, ne' una societa' di sviluppo ne' il governo, sosterrebbe la costruzione di un parco eolico dove non c'e' vento abbastanza forte per produrre una quantita' sufficiente di energia. I soli dati da prendere in considerazione, sottolinea, sono quelli relativi alla quantita' di energia attualmente fornita e i prezzi fissi dei sussidi concessi per unita' di energia. La McCaffery passa al contrattacco anche per quanto riguarda il potenziale delle centrali eoliche britanniche. La maggior parte genera elettricita' per l'85% del tempo. A sostenere lo sviluppo dell' eolico e' sceso in campo a suo tempo anche il ministro dell' energia Malcolm Wicks. Il governo e' deciso ad incoraggiare la costruzione di piu' parchi eolici offshore da combinare con gli impianti energetici che sfruttano le maree, ha assicurato. (ANSA). YFZ-GU
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