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04-01-2007 |
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ANEV, Eolico rischia crisi nel giro di 2 anni |
''Nel giro di un paio d'anni il settore dell'energia eolica rischia la paralisi''. |
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Questo l' allarme lanciato oggi da Oreste Vigorito, presidente dell'Anev, l'associazione nazionale dell'energia del vento. ''In Italia dice Vigorito non tutto l'autorizzato e' realizzabile e non tutto il realizzabile e' autorizzato. La mortalita' dei progetti e' di almeno il 70%''. Secondo Luciano Pirazzi, esperto dell'Enea, nel Belpaese ''la potenza eolica attualmente installata e' di circa 2.000 Mw, mentre la potenzialita' e' di almeno 10.000 Mw considerando anche il repowering, cioe' la sostituzione di macchine vecchie con macchine nuove e piu' potenti''. Il problema sollevato dal presidente dell'Anev e' che ''laddove l'eolico esiste gia' -principalmente nel sud- ora si registra una battuta d'arresto, mentre in alcune regioni che costituiscono bacini naturali con zone senza particolari vincoli, e' tutto arenato a causa delle normative''. Vigorito cita l'esempio di regioni come Marche, Umbria e Lazio, dove ''lo sviluppo dell'eolico e' fermo all'anno zero'', oppure del caso della Sicilia, che ''quindici giorni fa ha emanato linee guida che bloccano nuove installazioni'', mentre tutto e' fermo in Sardegna e Basilicata. Intanto dal governo ancora non sembrano arrivare segnali concreti per un cambio di rotta nel 2007. ''Gli impianti che stiamo installando oggi si costruiscono sulla base dell'onda lunga di tre anni fa, ma rispetto al futuro non vedo buone prospettive dice Vigorito. In Finanziaria non ci sono stati incentivi per l'eolico e c'e' una carenza legislativa di indirizzo nazionale, quando occorre allinearsi a Paesi come Danimarca, Spagna, Germania per raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto''. Si propone intanto di applicare il decreto Bersani 79 del '99, che prevede la definizione di linee guida nazionali in materia, alle quali poi si adeguino le varie Regioni. ''Darebbe certezza agli operatori spiega Vigorito che invece oggi sono costretti a contenziosi di fronte ai diversi Tar regionali, su procedure gia' avviate''. Quali sono le conseguenze della situazione attuale? ''Non si realizzano veri e propri piani di sviluppo e quindi i costi rimangono poco concorrenziali, sia per la costruzione degli impianti sia per la riduzione del prezzo in bolletta'' conclude Vigorito. In una prospettiva di lungo periodo, secondo Pirazzi dell' Enea, l'energia del vento potrebbe essere la seconda fonte rinnovabile disponibile nel nostro Paese, dopo quella dell'idroelettrico. ''L'eolico, come le biomasse, ha grandi possibilita' di sviluppo, cosi' come il minieolico per l' autoconsumo o il fotovoltaico in ambito urbano -spiega Pirazzi perche' ormai la tecnologia disponibile e' avanzata. Nel Sud si potrebbero avviare cosi' attivita' ecosostenibili''. Quello che impedisce la crescita, secondo l'esperto dell'Enea, e' la mancanza di una maggiore sensibilita' degli amministratori regionali, anche per via di una comunicazione sbagliata. ''In Italia si tende a demonizzare il fenomeno spiega Pirazzi- quando l eolico puo essere una fonte energetica competitiva, come lo e in Usa con il gas. E per un migliore impatto visivo dei parchi eolici ci sono accorgimenti, come la disposizione e la verniciatura degli impianti, in armonia con l ambiente''. (ANSA). GER-RED
ansa.it
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