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NEWS
06-06-2007 TUTTE LE NEWS
Arca di Greenpeace sul Monte Ararat
L'associazione Greenpeace chiede ai leader mondiali del G8 un intervento determinato contro i cambiamenti climatici.
 
I temi sono stati riassunti nella 'dichiarazione di Ararat' in una una scenografia del tutto inedita e destinata a far parlare di sé. Per l'occasione è stata ricostruita l'Arca di Noè a 2500 metri di altitudine sul Monte Ararat. La riproduzione dell’Arca di Noè è costata a Greenpeace quattro settimane di lavoro. Venti carpentieri turchi e tedeschi hanno utilizzato dodici metri cubi di legno per costruire una nave di dimensioni 10x4x4m, a 2500 metri sopra il livello del mare. L’Arca rimarrà sul monte e servirà d’ora in poi come riparo per alpinisti ed escursionisti. L'associazione ambientalista internazionale ha richiamato i principali governi del mondo alla loro responsabilità nel proteggere diritti primari come quelli alla vita e alla salute dinnanzi a un disastro incombente. Al termine della cerimonia sono state liberate 208 colombe, una per ogni nazione del mondo. «Esortiamo tutti i leader del G8 a stabilizzare le emissioni mondiali di gas a effetto serra entro i prossimi dieci-quindici anni», afferma Francesco Tedesco, responsabile della campagna Energia e clima di Greenpeace Italia: «Entro il 2050 le emissioni globali di gas a effetto serra dovranno essere dimezzate senza ricorrere al nucleare. Fonti rinnovabili ed efficienza energetica sono sufficienti». L'appello è rivolto soprattutto ai paesi del G8 responsabili di oltre la metà delle emissioni mondiali di gas serra. A loro, primi ad aver beneficiato del modello di crescita illimitata spetta il compito morale di farsi carico del problema e tracciare la rotta verso lo sviluppo sostenibile di ciascun paese al mondo. Secondo l’ultimo rapporto IPCC (International Panel on Climate Change) i paesi industrializzati dovranno tagliare i gas serra dell’80-90 per cento entro il 2050. Le stesse Nazioni Unite considerano il cambiamento climatico come la più grande sfida della nostra generazione. C'è però ben poco da sperare. Nel corso del G8 del 2005 furono rivolte molte speranze e una grande campagna di mobilitazione internazionale per spingere i leader politici nella direzione dello sviluppo sostenibile e della tutela dei diritti umanitari. A distanza di due anni le parole sono rimaste tali e poco o nulla è stato fatto. Come la stessa storia ci insegna, il mondo è sempre stato sordo dinnanzi alle catastrofi incombenti.

ecoage.org