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24-01-2008 |
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Piano UE: arriva eco-rivoluzione contro GAS serra |
BRUXELLES - Tre euro a settimana per ogni cittadino dell'Unione europea, grosso modo tre pieni di benzina l'anno, e' il costo del pacchetto di azioni presentato oggi dalla Commissione Ue per fare dell'Europa la guida nella lotta mondiale al cambiamento climatico. |
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''Oggi abbiamo preso decisioni storiche a favore del nostro pianeta'', ha detto il presidente dell'esecutivo Jose' Manuel Durao Barroso, molto soddisfatto per aver ottenuto il consenso del collegio, anche se a prezzo di qualche annacquamento sugli impegni delle industrie pesanti. ''E' un pacchetto storico ed ambizioso con il quale traduciamo le intenzioni in misure concrete e vincolanti''. Con cinque progetti di legge, piu' un documento sugli aiuti di Stato, Bruxelles assegna i compiti a Stati e industrie per ridurre del 20% le emissioni di gas ad effetto serra entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 e portare, nello stesso arco temporale, al 20% il consumo energetico da fonti rinnovabili (contro l'8,5% del 2005), includendo una quota del 10% di biocarburanti per il settore dei trasporti, cosi' come concordato dai 27 al vertice di primavera dello scorso anno. L'Italia dovra' aumentare la sua quota di consumi energetici puliti del 17% e ridurre del 13% le emissioni di CO2 per i settori (trasporto, edilizia, rifiuti) non inclusi nel sistema di scambio delle emissioni (Ets) introdotto dal protocollo di Kyoto. ''Per il cambiamento ci saranno dei costi, ma sono ragionevoli e sostenibili'', ha detto Barroso, presentando il piano al Parlamento europeo che lo dovra' approvare insieme agli Stati membri. ''Io preferisco parlare di guadagni e di utili. Le proposte sono ambiziose, ma realizzabili. Il pacchetto creera' posti di lavoro e dara' alle nostre imprese la possibilita' di essere leader nel mondo perche' hanno il vantaggio di chi compie la prima mossa''. L'aumento dei consumi energetici da fonti rinnovabili potrebbe generare, secondo Bruxelles, un milione di nuovi posti di lavoro. Tutti i target nazionali sono stati decisi sulla base del Pil procapite, seguendo il criterio 'chi e' piu' ricco piu' paga'. Dodici paesi con livelli di ricchezza inferiore potranno infatti aumentare le loro emissioni. Le industrie europee inserite nel sistema europeo di compravendita dei diritti ad inquinare dovranno ridurre i loro gas ad effetto serra del 21% entro il 2020, rispetto a 2,8 miliardi di tonnellate di CO2 emesse nel 2005. Il nuovo sistema di quote sara' dal 2013 a pagamento, non piu' gratuito, e generera' tra i 30 e i 50 miliardi di euro l'anno di entrate addizionali per gli stati membri, parte delle quali dovranno essere usate per sostenere progetti innovativi. Il prezzo indicativo per ogni tonnellata di C02 e' di circa 39 euro. ''Il nostro sistema Ets sara' un modello per gli altri paesi'', ha commentato il responsabile Ue all'ambiente Stavros Dimas. Bruxelles ha gia' in corso contatti per stabilire legami con i sistemi di scambio di Canada, California ed Australia. E nei prossimi mesi intende rafforzare la pressione sui partner internazionali per arrivare ad un accordo globale contro il riscaldamento del clima perche' essere pionieri puo' essere un vantaggio, ma restare isolati potrebbe rivelarsi un boomerang. ''Ci sono settori in cui il costo della riduzione delle emissioni potrebbe avere un impatto reale sulla loro competitivita' internazionale'', ha detto Barroso. ''Non ha senso essere rigorosi in Europa se questo significa trasferire la produzione verso paesi che consentono di fare cio' che si vuole con le emissioni. Un accordo internazionale e' il miglior modo per affrontare questa questione, ma dobbiamo anche dare la certezza giuridica alle industrie sul fatto che noi intraprenderemo le azioni necessarie'', ha detto il presidente annunciando per fine 2010 una valutazione di impatto per le aziende energivore. Anche se molto ambiziosi, gli obiettivi sul fronte dei consumi energetici da energie rinnovabili ''sono un'occasione - ha detto il commissario Ue all'energia Andris Piebalgs - da non mancare'', anche per far fronte ai costi sempre piu' elevati del petrolio, di cui la Ue e' grande importatrice. ''I vantaggi del pacchetto si misurano anche in termini di sicurezza energetica'', ha martellato Barroso che ha ostentato ottimismo sulle sorti del negoziato che si aprira' da domani con ciascun stato membro. ''Sono fiducioso. Nessun paese considera i target inaffrontabili e tutti hanno ben chiaro che i costi della mancata azione sarebbero enormemente piu' alti. Le conseguenze negative del cambiamento climatico potrebbero portare via fino al 20% del nostro Pil'', ha ammonito. (ANSA). OS
www.ansa.it
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