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NEWS
11-06-2009 TUTTE LE NEWS
Tremonti boccia il nucleare italiano: costi troppo alti che ricadono sui cittadini
La lenta e difficile avanzata del ddl Sviluppo , in cui si gioca tutta la partita normativa del ritorno al nucleare per il nostro paese, ha subito un nuovo stop.
 
Questa volta ad opera del ministero dell’Economia che ha letteralmente bocciato il testo uscito dal Senato e che è adesso alla camera per la terza lettura, per problemi di copertura economica e per il rischio di aumenti delle tariffe energetiche a carico delle famiglie. La relazione inviata alla Camera da parte del ministero dell’Economia sulle modifiche apportate al passaggio al Senato è quanto mai esplicita, asserendo che queste «introducono, contrariamente all’azione di governo, misure che in quanto suscettibili di determinare incrementi delle tariffe a carico dei consumatori direttamente e/o indirettamente riversano i discendenti effetti pregiudizievoli a carico degli utenti finali» e «presentano gravi profili di legittimità sotto l’aspetto contabile». Uno stop che mette in difficoltà tutto l’impianto del ddl sviluppo, sia la parte più direttamente legata al nucleare, sia quella più generale sull’energia. Ma per Legambiente «basteranno gli articoli sul nucleare per far lievitare le tariffe» e adesso se ne è accorto anche il Tesoro. Un dato che già era noto da quanto ha calcolato il dipartimento per l’Energia statunitense, secondo il quale il costo industriale dell’elettricità da nucleare da nuovi impianti è più alto rispetto alle fonti tradizionali, e dalla previsione dell’agenzia di rating Moody’s per la quale nonostante i generosi incentivi e sussidi negli USA, solo uno o due centrali verranno costruite sulla trentina attese. «La propaganda governativa non aiuta le famiglie – ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – e l’analisi del Tesoro lo conferma. La bocciatura del testo al Senato riguarda diversi articoli, ma sarebbero bastati quelli strettamente inerenti al nucleare a testimoniare il potenziale aumento delle tariffe in bolletta per i cittadini». Anche il Mit, nel recente rapporto “Update of the Mit 2003 Future of nuclear power study”, sulle prospettive di rilancio del nucleare, denuncia che in soli quattro anni, le stime sui costi di costruzione degli impianti “overnight” (che non includono cioè gli oneri finanziari, particolarmente pesanti per questa tecnologia) sono raddoppiate passando da 2.000 $/kW a 4.000 $/kW. «Del resto – conclude Ciafani - le disavventure della centrale finlandese di Olkiluoto, che ha accumulato tre anni di ritardo nei lavori del primo reattore Epr (proprio il modello che si vorrebbe realizzare in Italia) e un extracosto di 1,5 miliardi €, devono aver reso più cauti i costruttori». E chissà forse anche l’attento ministro Tremonti.

greenreport.it