Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti. Per maggiori informazioni, leggi l'informativa estesa Cookie Policy.
Chiudendo questo banner, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

ITA
Text-A-A-A
Cerca:
Newsletter Conto Energia Lavora con noi Faq Glossario
Home > News > Conto energia 2011 e linee guida: è una buona ripartenza ma si p... Invia
stampa
 
 

 
NEWS
19-07-2010 TUTTE LE NEWS
Conto energia 2011 e linee guida: è una buona ripartenza ma si può dare di più
Dopo una lunga attesa sono stati approvati lo scorso 8 luglio dalla Conferenza Unificata Stato - Regioni lo schema di decreto del Conto energia 2011 per l'incentivazione del fotovoltaico nei prossimi tre anni e le Linee guida amministrative per le fonti rinnovabili. L'approvazione dei due provvedimenti - tra poco in GU - ha fatto tirare, finalmente, un sospiro di sollievo agli operatori le cui aspettative per il futuro sono, però, ancora alte.
 
Finalmente sembra ritornato il sereno nel cielo delle rinnovabili. Invocati da molto tempo - da mesi, il provvedimento sul , più volte annunciato, e addirittura da anni le Linee Guida - i provvedimenti sulle energie rinnovabili, elaborati dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il Ministero dell’Ambiente, hanno ricevuto il placet dalla conferenza Stato-Regioni ed ora attendono di essere pubblicati in GU. “Le Regioni - ha dichiarato alla Reuters Marcello Mochi Onori, segretario generale della Conferenza delle Regioni e delle province autonome - hanno espresso l’intesa tout court senza altre indicazioni sullo schema del decreto legato agli incentivi per la produzione di energia fotovoltaica”. Dopo la pubblicazione, ci saranno 90 giorni di tempo per le Regioni e gli Enti locali per recepire le Linee Guida. “Il Conto Energia e le Linee Guida, attesi da tempo dagli operatori del settore, - ha dichiarato Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all’energia - danno una spinta decisiva alla strategia di sviluppo delle fonti rinnovabili delineata dal Governo. Favoriscono l’innovazione in un settore fondamentale per la ripresa e la competitività del Paese e consentono, inoltre, l’armonizzazione e la semplificazione delle procedure nazionali e regionali”.  Secondo il sottosegretario Saglia, la riduzione degli incentivi che verrà introdotta a decorrere dal 2011 sarà, in realtà, un vantaggio per il consumatore, che non vedrà più addebitarsi in bolletta gli oneri del Conto energia. Si rileva, poi, a latere, che grazie ad un emendamento all’art. 45 della Manovra - approvata con la votazione della fiducia il 15 luglio - è stato “salvato” – almeno parzialmente - il ritiro da parte del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) dei certificati verdi in eccesso sul mercato, i c.d. “diritti ad inquinare”, con una spesa che, però, nel 2011, sarà inferiore del 30% rispetto a quella dell’anno in corso.

Il Conto energia 2011

Il nuovo Conto Energia mira a facilitare il raggiungimento degli obiettivi di installazione di impianti fotovoltaici stabiliti per il 2020 in sede comunitaria: la potenza fotovoltaica dovrà passare dagli attuali 1350 MW fino a 8.000 MW (art. 3, comma1). Secondo gli operatori del settore, però, tale obiettivo nazionale (gli 8.000 MW della potenza da installare entro il 2020) è molto basso: essi indicavano piuttosto una potenza di circa 15mila MW, basandosi sulla circostanza che già per la fine del 2010 si raggiungeranno i 2.500 MW. Inoltre – e questa è una vera e propria prima contraddizione in termini presenti nel testo – a fronte della potenza installata da raggiungere quantificata in 8000 MW, il DM prevede che le tariffe incentivanti concedano finanziamenti agli impianti per una potenza complessiva di 3500 MW. In base all’art. 1, comma 1, il nuovo DM “stabilisce i criteri per incentivare la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici e lo sviluppo di tecnologie innovative per la conversione fotovoltaica”. Come è noto, il Conto Energia riconosce sull’energia prodotta una tariffa incentivante fissa e garantita per 20 anni, a cui possono accedere persone fisiche, giuridiche, soggetti pubblici e condomini (cfr. art. 7 nuovo DM), dal momento in cui l’impianto entra in esercizio.  Tali tariffe debbono essere sottoposte ad una revisione periodica attuata tramite una progressiva diminuzione che, da un lato, porti ad un allineamento graduale verso gli attuali costi delle tecnologie e che, dall'altro, mantenga stabilità e certezza sul mercato. Pertanto, secondo le disposizioni che verranno introdotte dall’emanando decreto, dal 2011 ci sarà una riduzione delle tariffe incentivanti che, rispetto alle tariffe attualmente operative, appare più limitata per i piccoli impianti e più consistente per i grandi impianti:

-per il 2011 sono previsti tagli fra il 18-20%;
-per gli impianti che entreranno in esercizio nel 2012 e nel 2013 le tariffe subiranno un ulteriore taglio del 6% ogni anno;
-per gli anni successivi dovrà essere emanato un nuovo decreto (la potenza incentivabile con questo decreto è 3mila megawatt).

Viene, inoltre, previsto che la disponibilità di potenza cumulativa per gli impianti con potenza nominale non inferiore a 1 kW che possono ottenere incentivi è fissata in 3000 MW qualora entrino in funzione entro il 31 dicembre 2011.

Ciò vuol dire, per esempio, che le tariffe incentivanti di impianti con potenza tra 1 e 3 kW vanno da 0,402 euro per kWh delle installazioni realizzate sugli edifici, agli 0,362 per tutti gli altri fino al 30 aprile 2011, per poi abbassarsi rispettivamente a 0,391 e 0,347 tra il 30 aprile e il 31 agosto, sino a 0,380 e 0,333 da settembre a dicembre.

Ai sensi dell’art. 1, comma 3 dello schema di decreto, il decreto 19 febbraio 2007 continuerà ad applicarsi (tenendo conto di quanto previsto all'art. 19 e delle modificazioni di cui all'art. 20, agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2010).

Si rileva, comunque, che l’art. 20 del nuovo DM reca anche alcune “interpretazioni” (tra l’altro, sulle dizioni di tettoie e pensiline, etc.) e modificazioni del DM 19 febbraio 2007. Tra le novità del pubblicando DM vi sono:
-gli incentivi al fotovoltaico a concentrazione, alle installazioni con sistemi di accumulo ed alle installazioni ad alta integrazione architettonica;
-la suddivisione degli impianti in 6 classi di potenza (tra 1 e 3 kW; tra 3 e 20 kW; tra 20 e 200 kW; tra 200 e 1000 kW; tra i 1000 e i 5000 kW; oltre i 5000 kW);
-la riduzione delle installazioni a sole due categorie, e cioè:

1) “impianti fotovoltaici realizzati sugli edifici”, e

2) “altri impianti fotovoltaici”, con la eliminazione della categoria della “parziale integrazione”;


-l’introduzione della nuova categoria degli “impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative” i quali potranno beneficiare di tariffe incentivanti (secondo tre intervalli di potenza) più elevate rispetto alle altre due tipologie (tali tariffe verranno ridotte del 2% all’anno, e non del 6%, negli anni 2012 e 2013): sono, di fatto, le migliori agevolazioni previste dal Conto energia di cui beneficeranno, in particolare, gli impianti più piccoli, con picco di potenza compreso tra 1 e 20 pKW.

In particolare, l’impianto fotovoltaico integrato con caratteristiche innovative è l'impianto fotovoltaico che utilizza moduli e componenti speciali, sviluppati specificatamente per sostituire elementi architettonici, e che risponde ai requisiti costruttivi e alle modalità di installazione indicate in allegato 4 al nuovo DM. Per tale tipologia di impianto l’ammontare dell’agevolazione corrisponde a 0,44 centesimi di euro per kWh prodotto, qualora l'impianto entri in esercizio entro il 2011; nel caso in cui la produzione dell’energia elettrica venga avviata nel 2012 o nel 2013, la tariffa incentivante verrà tagliata del 2% l'anno, con la previsione di un arrotondamento commerciale alla terza cifra decimale.

Si deve però rilevare che, anche se per il “fotovoltaico integrato con caratteristiche innovative” il DM preveda la migliore tariffa incentivante (come detto, 0,44 euro a kWh prodotto), lo stesso provvedimento finisce poi – inspiegabilmente – per assegnare a questo tipo di impianti un quantitativo massimo di soli 300 MW finanziabili in complesso.

Le Linee Guida nazionali per le fonti rinnovabili

Gli investitori richiedevano da tempo la definizione di un quadro unitario di regole certe, in virtù delle quali fosse possibile, nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio, perseguire le esigenze di sviluppo del settore delle rinnovabili. Da questo punto di vista, infatti, da più parti si ritiene che il superamento della frammentarietà delle norme incoraggerà certamente gli operatori ad investire nel settore delle fonti rinnovabili.

Le Linee Guida per i procedimenti autorizzativi alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili - previste dall’art. 12, comma 10, del DLgs n. 387/2003 - è sono state elaborate dal Ministro dello sviluppo di concerto con il Ministro dell’ambiente e dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali.

La loro è di definire modalità e criteri unitari sul territorio nazionale tese a garantire uno sviluppo ordinato delle infrastrutture energetiche.

Le Linee Guida dovranno essere recepite da Regioni e gli Enti Locali entro i 90 giorni successivi alla pubblicazione del testo sulla GU.

Centro focale delle Linee Guida è l’Autorizzazione Unica per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili: oggi l’istruttoria di autorizzazione viene svolta dalle Regioni e dagli Enti Locali. In particolare, le Linee Guida prevedono:

- regole per la trasparenza amministrativa dell’iter autorizzativi;

- principi di pari condizioni e trasparenza per l’accesso al mercato dell’energia;

- modalità per il monitoraggio delle realizzazioni e l’informazione ai cittadini;

- l’autorizzazione delle infrastrutture connesse e, in particolar modo, delle reti elettriche;

- ordinate in base alla singola fonte, le tipologie di impianto e le modalità di installazione che permettono l’accesso alle procedure semplificate (d.i.a. e attività edilizia libera);

- i contenuti delle istanze, le modalità di avvio e svolgimento del procedimento unico di autorizzazione;

- i criteri e le modalità di inserimento degli impianti nel paesaggio e sul territorio, con particolare riferimento agli impianti eolici (cfr. allegato);

- modalità per coniugare esigenze di sviluppo del settore e tutela del territorio: eventuali aree non idonee all’installazione degli impianti da fonti rinnovabili possono essere individuate dalle Regioni esclusivamente nell’ambito dei provvedimenti con cui esse fissano gli strumenti e le modalità per il raggiungimento degli obiettivi europei in materia di sviluppo delle fonti rinnovabili.

Le reazioni: GIFI/ANIE e APER

Le reazioni delle associazioni di settore all’emanazione dei due provvedimenti sono, al momento, positive, anche se non mancano delle critiche al legislatore.

Gert Gremes, presidente di GIFI/ANIE, in proposito ha dichiarato che “Dopo lunghi mesi di attesa finalmente possiamo pianificare gli investimenti dei prossimi tre anni. Con i due decreti si apre finalmente un nuovo capitolo per l'industria fotovoltaica.

Le regioni hanno espresso la volontà di uniformare i loro processi autorizzativi e si vuole dare continuità ad un settore pronto a creare posti di lavoro e benefici per il sistema paese contribuendo in maniera determinante agli obiettivi comunitari del 2020”.

D’altro canto, secondo il presidente di GIFI/ANIE, “il legislatore avrebbe potuto essere più coraggioso ed offrire all'industria fotovoltaica italiana un orizzonte temporale di 5 anni e soprattutto una quantità maggiore di potenza incentivabile per dare più spazio agli investimenti al fine di meglio strutturare e potenziare la filiera industriale fotovoltaica nostrana”.

Gremes ritiene, comunque, che le aziende del settore fotovoltaico dovranno diventare più flessibili al fine di rispondere in maniera adeguata ad “un inevitabile consolidamento del mercato”.

Anche Aper, l’Associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili, ha tirato “un sospiro di sollievo” dopo l’approvazione della Conferenza Unificata dei due provvedimenti.

In proposito, Marco Pigni, direttore di APER ha dichiarato di aver accolto con favore questi due importanti provvedimenti “che non solo introducono finalmente elementi di stabilità e certezza nel settore, ma lo indirizzano anche con maggiore credibilità verso gli obiettivi vincolanti del Piano d’Azione Nazionale al 2020, in fase di presentazione a Bruxelles proprio in questi giorni”.

(Claudio Bovino)

ipsoa.it