Il segreto sta in una pianta parente della canna da zucchero, detta erba dell'elefante (pennisetum purpureum) una pianta alta e perenne nativa delle praterie tropicali dell'Africa. Il progetto e' frutto di una collaborazione fra il Centro australiano di ricerca per la valutazione della contaminazione e la bonifica dell'ambiente (Crc Care) con l'universita' Shaoguan nella provincia di Guangdong. La pianta e' stata scelta perche' cresce in suolo estremamente povero ed e' efficiente nell'assorbire metalli pesanti e altre scorie inquinanti dal suolo, ha spiegato il direttore del Crc Care, prof. Ravi Naidu, alla radio nazionale Abc. L'erba dell'elefante e' efficace per due ragioni, ha aggiunto Naidu.
La prima e' che quando si ha contaminazione da idrocarburi, l'erba e' capace di pompare ossigeno nel suolo e ne favorisce la biodegradazione. Il secondo ruolo e' con i contaminanti metallici: l'erba e' in grado di risucchiare i metalli ed accumularli nella parte superiore della pianta. Inoltre ha un alto potenziale per la produzione di etanolo. ''Ha un contenuto di zucchero piuttosto alto e si puo' usare per produrre etanolo tramite un processo di fermentazione'', ha spiegato lo studioso. L'erba e' stata messa alla prova in diversi terreni estesi nella provincia di Guangdong, pesantemente contaminati da attivita' mineraria. Le sperimentazioni ne hanno dimostrato l'efficacia nel rimuovere metalli come rame, nichelio e cadmio, oltre ad alte concentrazioni di zinco e piombo. Seguiranno ulteriori sperimentazioni in altre localita' della Cina ed in alcuni siti inquinati in Egitto.
ansa.it
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