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22-06-2006 TUTTE LE NEWS
GNUDI (ENEL), mercato unico EURO-MEDITERRANEO energia
Un mercato unico euro-mediterraneo per l'energia con l'obiettivo di spingere l'acceleratore sui meccanismi previsti dal Protocollo di Kyoto per abbassare la febbre del Pianeta.
 
Questa la proposta del presidente dell'Enel, Piero Gnudi, avanzata nel workshop dell'Osservatorio Mediterraneo dell'Energia (Ome) ospitato dall'Enel. Nodo del confronto il Clean Development Mechanism (Cdm), uno dei tre meccanismi previsti dal Protocollo di Kyoto e basato sull'avvio di progetti nei paesi in Via di Sviluppo che valgono quote di emissione nel Paese gestore del progetto. ''A fine maggio - ha riferito Gnudi - i progetti registrati alla direzione esecutiva del Cdm erano 200 ma di questi solo 4 sono nella regione Mediterranea mentre oltre 100 sono stati presentati nell'America del Sud''. E le previsioni per il futuro non sono rosee. ''La rivista Point Carbon - ha continuato infatti Gnudi - ha identificato un portafoglio di oltre 2.500 progetti Cdm che si trovano in diverse fasi del loro processo di validazione ma ancora una volta solo una minoranza insignificante, 7, sono nella nostra aerea euromediterranea''. Una ''debolezza'' del Mediterraneo che, secondo Gnudi occorre recuperare. ''L'analisi attuale - ha detto il presidente dell' Enel sottolineando le ragioni di questo ritardo - mostra che le compagnie energetiche tendono ad investire in un numero ristretto di Paesi, perlopiu' in quelli dove gia' sono stati effettuati nel recente passato investimenti e dove appunto si ritiene che i rischi siano piu' bassi''. Tra i nodi il fatto, ha proseguito Gnudi, che''mentre molti Paesi leader del mercato Cdm, come India, Brasile e Cina hanno messo in opera chiare strategie e strutture governative efficaci, nei Paesi mediterranei ciascun progetto, questa e' l'impressione, viene elaborato caso per caso, senza avere il supporto coordinato del quadro istituzionale e senza capitalizzazione delle esperienze pregresse''. Secondo Gnudi, poi, uno degli aspetti piu' critici ''e' che nei Paesi del Nord Mediterraneo il Cdm e' collegato con aspetti solo ambientali mentre in quelli del Sud e' visto come un problema di sviluppo economico''. Ulteriore barriera e' rappresentata dalla scelta sulle tecnologie: ''Nel Mediterraneo - ha detto Gnudi - il grosso si e' concentrato sulla filiera del gas, piu' immediata, fattibile e con migliori ritorni; pochissimi i progetti su rinnovabili e uso efficiente dell' energia, questo anche perche' i progetti sulle rinnovabili sono di piccola taglia''. Da qui l'importanza di ''rafforzare la cooperazione euo-mediterranea''. ''L'Ome - ha detto il presidente dell'Enel - puo' e intende dare un contributo alla realizzazione di un mercato unico euro-mediterraneo dell' energia''. E per quanto riguarda il meccanismo Cdm, quattro le indicazioni principali: ''Promuovere anche progetti per l'uso efficiente dell'energia; promuovere progetti di fonti rinnovabili di taglia consistente; elaborare politiche settoriali e di portafogli di progetti associati, necessari per far recuperare il terreno perso; coinvolgere il settore privato''. (ANSA).

www.ansa.it