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23-11-2007 |
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Dario Soria: paladini dell’industria italiana del solare |
Il direttore generale dell’associazione ci illustra le finalità e la mission di Assosolare, il suo ruolo nel presente e nel futuro della politica energetica che coinvolge il comparto industriale italiano di settore. Intervista di Mauro Spagnolo |
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A poco più di un anno dalla sua nascita, abbiamo voluto fare il punto dell’attività di Assosolare, attraverso le parole di Dario Soria, scoprendo il raggiungimento di un ruolo istituzionale, ormai riconosciuto ufficialmente come controparte delle amministrazioni a livello sia locale che centrale, sulle questioni energetiche, come ad esempio è successo per il “conto energia”. Organizzata in cinque sezioni operative: Ricerca e Industria, Progettazione e Integrazione Architettonica, Sistemi Integrati, Strumenti Finanziari e Assicurativi, Comunicazione e Formazione, l’associazione, che inoltre fa parte del CNES (la Commissione Nazionale dell’Energia Solare Fotovoltaica), si candida, come qui di seguito illustrano le parole del direttore generale, ad assumere un ruolo strategico nella futura politica energetica legata al solare.
Mauro Spagnolo – Prof. Soria, il nostro Governo, insieme a quelli dei Paesi Membri, si è impegnato a raggiungere in Europa il traguardo della quota del 20% di fonti rinnovabili per il 2020. Ci sono a suo giudizio delle reali possibilità di ottenere quel risultato, per l’Italia, o siamo in presenza di un ennesimo sforamento?
Dario Soria – L’intesa raggiunta dal Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo del marzo 2007 prevede con il Piano d’azione per l’energia 2007 – 2009, di innalzare la quota delle fonti rinnovabili dall’attuale 7% al 20% dei consumi energetici europei entro il 2020. Entro tale data dovremo altresì ridurre le emissioni di CO2 della stessa percentuale rispetto ai livelli del 1990 e diminuire sempre del 20% il consumo di energia primaria. L’obiettivo posto è sicuramente estremamente ambizioso e sfidante per il nostro Paese. Senza voler paragonare il raggiungimento di tale obiettivo a quello altrettanto sfidante che ci siamo posti per il rispetto del protocollo di Kyoto in termini di riduzione delle emissioni, basterà rilevare che oggi nel nostro Paese, escluso il consistente apporto del comparto idroelettrico, l’energia fotovoltaica, eolica, geotermica e quella ricavata da biomasse e rifiuti contribuiscono alla composizione dell’offerta nazionale in misura pari a meno del 3%. Certo, questo dato che sembrerebbe indurre al pessimismo, può tuttavia offrire, a mio avviso, una chiave di lettura anche molto diversa e positiva in termini di potenziale di sviluppo delle rinnovabili. Nel 2007 la capacità cumulata di istallazione di fotovoltaico passerà dai 46 MW istallati a circa 60 MW, con un aumento di quasi il doppio di tutta l’offerta sinora realizzata nel nostro Paese. Il Conto energia e la presa di consapevolezza delle potenzialità delle rinnovabili, possono condurre sicuramente a ritmi di crescita tali da innestare il volano capace di raggiungere e superare l’ambizioso obiettivo governativo dei 3.000 MW entro il 2016 ed anche superarlo. Perché ciò accada è però indispensabile che le pesanti problematiche relative alle procedure autorizzative ed alla connessione alla rete vengano risolte prima possibile per eliminare la zavorra che ancora frena il decollo delle rinnovabili in Italia.
MS – Stiamo vivendo un periodo di grande accelerazione sui vari versanti del “mondo delle rinnovabili”. L’Assosolare come vive, e con quali aspettative, questa delicatissima fase?
DS – Assosolare si sta impegnando ad identificare attraverso i piani d’azione dei nostri gruppi di lavoro: Comunicazione e Formazione; Progettazione e Integrazione Architettonica; Ricerca e Industria; Sistemi Integrati; Strumenti Finanziari e Assicurativi ed i numerosi accordi raggiunti sul piano della formazione dei funzionari pubblici e degli istallatori, e con quelli in via di definizione con istituti finanziari ed assicurativi e con enti di certificazione, a concimare nel modo migliore possibile il terreno per lo sviluppo delle rinnovabili. Noi siamo convinti che lo sforzo che stiamo facendo oggi sarà fondamentale per tutto il settore nel lungo periodo. Consapevoli che le aspettative vanno soddisfatte nel breve periodo per non perdere l’entusiasmo e la progettualità del momento, stiamo vivendo con estrema partecipazione e focalizzazione sulle top issues l’attuale momento e per ora, posso dire che le evoluzioni attuali ci spingono verso un motivato ottimismo.
MS – L’attento osservatorio del Gse ci comunica, in termini di incentivi erogati ad impianti fotovoltaici, che il trend di sviluppo è in ascesa verticale. È tutto oro quel che luccica o esiste il rovescio della medaglia?
DS – Il Gse si sta dimostrando un operatore di mercato attento ed efficiente. Il continuo dialogo tra Assosolare ed il Gse, da ultimo sulle caratteristiche per il riconoscimento dell’integrazione architettonica del fotovoltaico, ci ha reso molto attenti all’operato di tale soggetto e confidenti nelle statistiche da esso forniti. Non vedo attualmente un rovescio della medaglia nella crescita del mercato delle rinnovabili. L’unico ostacolo che vedo è, come accennavo in precedenza, quello delle lobby contrarie al fotovoltaico in Italia e la presenza di lacci stringenti sul territorio che frenano questo velivolo che ha una voglia pazza di decollare.
MS – Concretamente quale ruolo può svolgere, nel nostro Paese, un’associazione di categoria importate come Assosolare nello sviluppo della filiera completa del fotovoltaico?
DS – Rischio di essere di parte ma credo che Assosolare nel suo primo anno di vita si sia posto come un soggetto molto attento ad identificare e strutturare le problematiche del settore, ad analizzarle ed a cercare di fare focus in via prioritaria su quelle più di ostacolo allo sviluppo. Assosolare può e deve continuare a svolgere la sua attività di confronto con le istituzioni nazionali e regionali sulle problematiche autorizzative, fiscali, di connessione, finanziarie e quelle relative alla ricerca tecnologica, nonché alla formazione e comunicazione. Questi aspetti devono essere risolti anche per stimolare gli operatori nazionali a dare luogo quanto prima ad una filiera nazionale del fotovoltaico oggi ancora non del tutto presente. Queste sono le attività dei nostri gruppi di lavoro. Cerchiamo casi concreti da studiare e da risolvere su tutto il territorio con tutti i mezzi, dal confronto istituzionale alla denuncia a mezzo stampa se necessario di cui disponiamo. La partecipazione recente ai gruppi di lavoro in ambito europeo sta elevando il livello di presenza di Assosolare, come paladino a tutto tondo dell’industria fotovoltaica italiana per la creazione e la difesa di un competitivo mercato nazionale.
MS – Cosa si aspettano le aziende solari italiane dalle politiche ambientali ed energetiche nazionali?
DS – Da entrambe una decisa e concreta politica di costante appoggio alle rinnovabili, energie non inquinanti ed ampiamente disponibili nel nostro Paese. Assisto al dibattito sul nucleare come spettatore neutrale ma interessato. Penso a come il ruolo delle rinnovabili sia sempre ritenuto, per qualche errato ma atavico convincimento, marginale. Costi, difficoltà di penetrazione ed altre strumentali osservazioni vengono poste come obiezione allo sviluppo delle rinnovabili dalle lobby contrarie a tale sviluppo. A volte mi viene in mente come fosse idealistico immaginare che l’automobile, costoso trastullo di pochi ricchi latifondisti, avrebbe mai potuto soppiantare le comode vecchie carrozze trainate da cavalli. La ricerca e l’investimento sono componenti essenziali in questo processo. Recenti stime evidenziano una riduzione di costo nella catena del valore del fotovoltaico da circa 2,70 euro/watt a circa 1,90 euro/watt nel prossimo triennio E’ naturale che un traino notevole sarà dato dalla crescita del mercato che potrà contribuire ad economie di scala sul fronte della produzione.
MS – Ricerca, industria e politiche di incentivazione. Il buon rapporto tra queste tre sfere è stato da sempre la ricetta vincente per lo sviluppo, in tutto il mondo, delle tecnologie innovative, tra le quali sono sicuramente quelle legate alle rinnovabili. Anche in Italia esiste questo?
DS – I tre elementi da lei citati, accanto a quello della formazione, sono sicuramente la chiave di volta per l’esplosione del fotovoltaico e delle rinnovabili. La mia speranza ed il mio auspicio è che l’Italia colga le molte occasioni offerte dal VII programma quadro, dagli strumenti comunitari e dal programma industria 2015. I dati in questo senso mi sembrano in continuo miglioramento e confortanti. Si sta creando in Italia un tessuto produttivo favorevole alla ricerca ed allo sviluppo dal lato dell’industria. Spero, per il nostro Paese che tale processo acceleri e possa portare presto alla presenza di big players, campioni nazionali ad esempio anche nella produzione di moduli fotovoltaici.
MS – Qual’è la speranza comune delle aziende solari italiane per il futuro mercato nazionale delle rinnovabili?
DS – La speranza o se vuole il convincimento è quello di far prevalere il fotovoltaico e le altre energie rinnovabili nel mix energetico del nostro Paese.
Con l’irraggiamento solare di cui disponiamo, una superficie pari allo 0,6% del nostro Paese destinata al fotovoltaico, circa 4 volte il lago di Garda, potrebbe rendere il nostro Paese totalmente autonomo dal punto di vista energetico.
La potenzialità del fotovoltaico è immensa, infinita e redditizia e gli strumenti incentivanti di cui oggi disponiamo, se adeguatamente sfruttati e resi operativi, possono creare nel nostro Paese nel breve periodo una svolta epocale da punto di vista energetico ed ambientale.
rinnovabili.it
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