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09-04-2010 |
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Fotovoltaico, una ricerca apre le porte ai pannelli di plastica low cost |
Pannelli solari a basso costo? Il sogno di milioni di italiani, come anche di tantissime altre decine di milioni di persone in tutto il mondo, potrebbe presto diventare realtà grazie a un’equipe di ingegneri dell’Università di Princeton, negli Stati Uniti. |
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Gli esperti, guidati dalla profesoressa Yueh-Lin Loo, responsabile del pool di ingegneri chimici, hanno trovato il modo di tagliare i costi di produzione dei pannelli sostituendo le celle tradizionali con delle più economiche, ma altrettanto funzionali, realizzate in plastica. I risultati dello studio sono stati pubblicati a marzo sulla rivista scientifica National Academy of Sciences.L’unica strada percorribile - I pannelli fotovoltaici, nonostante gli incentivi statali, non hanno fino ad oggi goduto di prezzi popolari. Da un lato si è sempre cercato di diminuire i prezzi per un maggiore utilizzo dell’energia pulita ma, dall’altro, la maggiore richiesta di silicio, ha sempre fatto lievitare il costo della medesima materia prima. La soluzione al problema sembra esser dunque quella di realizzare una nuova tipologia di celle solari che non sia basata sul silicio. Con la plastica, che andrebbe adeguatamente trattata, i costi potrebbero ridursi dell’80%. Il grado di efficienza di un pannello fotovoltaico in plastica, garantiscono gli esperti, sarà simile a quello offerto da un prodotto equivalente realizzato in silicio, anche se con una vita leggermente inferiore comrpesa tra i 15 e i 20 anni. I nuovi pannelli risultano inoltre più flessibili, facilmente modellabili e, essendo semitrasparenti, posizionabili anche al posto dei classici vetri.La scoperta darà una spinta al settore delle rinnovabili - "I polimeri conduttori e lo studio delle materie plastiche - ha spiegato la Yueh-Lin Loo - sono attive già da diverso tempo, ma fino ad oggi non si era mai riusciti a coniugare tutte le caratteristiche essenziali dei materiali, ovvero lucentezza, malleabilità e conducibilità elettrica così, spesso, l'aumento di una peculiarità del prodotto plastico andava a scapito delle altre rendendo, il prodotto finale privo della necessaria stabilità e quindi, utilizzabilità. Oggi, tuttavia, abbiamo sviluppato il metodo giusto che permette di rendere malleabile e conducibile il materiale plastico, trattandolo opportunamente con degli acidi quando già modellato in modo tale, da riuscire a conservare inalterate tutte le altre caratteristiche dei polimeri, ma ristabilendo, contemporaneamente, la conducibilità elettrica che avevano allo stato liquido".Solare è meglio, per i cittadini e per l’ambiente - L’abbattimento dei costi di produzione si tradurrà in una maggiore diffusione dei pannelli e in un importante contributo a favore dell’ambiente.Sarà questa l'alternativa al nucleare? - L’utilizzo dei nuovi materiali, economici e virtualmente illimitati, ci fanno immaginare (forse ancora sognare) un futuro dove l’uomo vivrà rispettando il proprio pianeta. Se gli interessi di pochi non andranno a stravolgere i reali costi di commercializzazione, un paese come l’Italia avrebbe la possibilità di autosostenersi utilizzando soltanto elettricità fotovoltaica prodotta in un campo di circa 330 chilometri quadrati (supposto 1000kwh all'anno per persona, 60 milioni di abitanti, 2.5 MW per 45000 metri quadri). L’investimento? Certamente importante: con 12 miliardi di euro si comprerebbero le celle fotovoltaiche necessarie per 20 anni di energia elettrica (circa 200 euro a testa, neonati compresi). (RZ)
tiscali.it
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