Non accenna a rientrare la polemica sul decreto "ammazza rinnovabili" tra il ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani, e il Gifi-Confindustria, da una parte, e tutte le altre associazioni di categoria dei produttori di energia elettrica da fonte rinnovabile, dall'altra.
Durante l’interrogazione parlamentare dell’On. Libè dell'altro ieri, infatti, Romani ha criticato l'aper (una delle associazioni maggiormente rappresentative del mercato), affermando che la sigla avrebbe più volte rifiutato il dialogo. La risposta di Aper non si è fatta attendere, ed è una clamorosa sconfessione delle parole del ministro.
"Solo negli ultimi due mesi e mezzo, scrive l'Aper in una nota ufficiale, possiamo contare almeno 4 lettere a firma del Presidente di APER in cui l’Associazione chiedeva un confronto con il Ministero stesso, lettere che ancora per altro attendono una risposta e che sono disponibili sul sito dell’Associazione".
Aper, tuttavia, mostra di avere ancora pazienza: "Ancora una volta torniamo quindi a ribadire la nostra disponibilità ad un incontro ufficiale per confrontarci sul decreto fv e sui contenuti più generali di tutto il provvedimento". Di pochi giorni fa, invece, la pseudo critica dello stesso Gruppo imprese del fotovoltaico italiano (Gifi) che chiedeva al ministro di rimodulare i tempi dei tagli agli incentivi statali al fotovoltaico.
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