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09-03-2012 TUTTE LE NEWS
Fotovoltaico a terra, il Veneto individua i siti non idonei
Off limits le aree di pregio ambientale e storico-artistico. Registro delle superfici interessate alla realizzazione di impianti FV
 
In base alle linee guida emanate nel 2010 per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, la Giunta regionale del Veneto ha individuato le aree e i siti non idonei all’installazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra. “Il provvedimento che abbiamo approvato – spiega l’assessore regionale ai Lavori pubblici e all’Energia, Massimo Giorgetti - sarà ora sottoposto alla valutazione della Commissione consiliare competente, in considerazione del fatto che lo strumento normativo ultimo con il quale dovranno essere definite le aree e i siti non idonei all’installazione degli impianti è il Piano Energetico Regionale, la cui approvazione è di competenza del Consiglio regionale”. Le zone non adatte Le aree individuate in questa fase e considerate incompatibili con insediamenti di tipo fotovoltaico a terra, che comportano maggior consumo di territorio, sono: i siti inseriti nella lista mondiale dell’UNESCO; le zone umide di importanza internazionale designate ai sensi della Convenzione di Ramsar; la Rete Natura 2000; i territori inseriti nell’elenco delle aree naturali protette; le aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità (produzioni biologiche, DOP, IGP, DOC, DOCG, produzioni tradizionali); le aree ad elevata utilizzazione agricola, individuate dal PTRC. Esclusi dalla disciplina gli impianti fino a 6 kW In tutto il territorio regionale veneto gli impianti fotovoltaici con moduli a terra possono essere realizzati subordinatamente alla compatibilità degli stessi con gli atti di pianificazione territoriale vigente, nonché con gli strumenti di tutela e di gestione previsti dalle specifiche normative di settore. Sono esclusi da questa disciplina gli impianti di potenza fino a 6 kW che rientrano nella categoria dell’autoconsumo. Registro regionale delle superfici È prevista anche l’istituzione di uno specifico Registro regionale delle superfici interessate alla realizzazione di impianti fotovoltaici a terra, allo scopo di garantire la corretta pianificazione delle trasformazioni nelle “aree ad elevata utilizzazione agricola”. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto l'assessore Giorgetti – è quello di rendere il più agevole, snello e veloce possibile l’iter di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti da fonti rinnovabili, offrendo agli operatori un quadro certo e chiaro di riferimento e orientamento per la loro localizzazione, ma sempre nel pieno rispetto degli strumenti di pianificazione ambientale, territoriale e paesaggistica. Non idonee, pertanto, a questo tipo di installazioni, in base poi anche alle diverse tipologie di impianti e alle loro dimensioni, sono quelle aree particolarmente vulnerabili alle trasformazioni, aree di pregio ambientale e storico-artistico, da tutelare per la loro peculiarità in tema di tradizioni agroalimentari locali, biodiversità e paesaggio rurale”. Coldiretti: bene la mappa veneta “Il provvedimento è coerente con la nostra posizione che in questi anni ci ha visto sulle barricate per impedire lo spreco del suolo agricolo a favore dei pannelli solari”, commenta soddisfatta la Coldiretti Veneto, che ricorda di “aver intrapreso azioni legali per proteggere le campagne dalla speculazione di grosse società ben più interessate ai bilanci che alla salvaguardia ambientale”. Solo nella provincia di Rovigo “sono stati compromessi, dal 2008 ad oggi, oltre 2 milioni di metri quadrati di terreno produttivo dove ora si coltivano celle fotovoltaiche”, evidenzia Coldiretti, che considera l'individuazione da parte della Giunta dei siti non idonei “il primo vero atto verso un Piano Energetico per il Veneto, che non può più essere rinviato”.

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