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05-09-2006 |
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ANEV: serve coordinamento Europeo |
Un ''coordinamento europeo'' ma, prima, ''un'azione politica unitaria a livello nazionale, oltre al necessario e peraltro gia' preventivato adeguamento della rete di trasmissione, sia nazionale sia internazionale''. |
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Questo quanto afferma l'Associazione nazionale energia del vento (Anev) in vista dei prossimi appuntamenti che vedono protagonista l'energia eolica. In particolare, nodo di discussione sara' principalmente la rete di trasmissione per la quale ''l'energia eolica - afferma in una nota l'Anev - non costituisce un problema''. Del tema dell'integrazione della rete di trasmissione e distribuzione con l'energia eolica si parlera', in particolare, a Bruxelles il 7 ed 8 novembre prossimi in una conferenza promossa dalle principali istituzioni europee quali la Direzione Generale TREN della Commissione europea, l'Etso, l'insieme degli operatori dei sistemi di trasmissione dell'elettricita', e l' Ewea, l'associazione degli operatori del settore eolico.
In particolare, l'Aie, l'Agenzia Internazionale dell'Energia, riferisce l'Anev, ha stimato che l'Unione europea dovra' comunque investire entro il 2030, 100 miliardi di euro nella rete di trasmissione e 340 miliardi nella rete di distribuzione per rinforzare, sostituire e creare nuove connessioni necessarie, indipendentemente da altri fattori. In virtu' di un necessario ammodernamento delle reti e del traguardo al 2030 del 23% della produzione elettrica europea ottenuta attraverso il vento ''eventuali difficolta' legate alla discontinuita' dell'immissione in rete della generazione eolica spariranno'', afferma ancora l'Anev sottolineando che, in tal senso ''dovranno anche sparire le barriere all'accesso alla rete per tale fonte, oramai non piu' suffragate da motivi tecnici, ma piuttosto da motivazioni politiche e di regolamentazione del mercato elettrico''.
''Il traguardo europeo al 2030 - ha detto il Presidente dell' Anev, Oreste Vigorito - e' assolutamente fattibile e gli operatori sono pronti da tempo sia dal punto di vista della tecnologia, sia delle capacita' finanziarie ed umane. Proprio le risorse umane piu' tradizionaliste, venute meno ad oggi le motivazioni tecnologiche, si nascondono nel labirinto della politica e nel linguaggio politichese - ha aggiunto Vigorito - per rallentare lo sviluppo eolico, non comprendendo il danno arrecato alle economie anche in termini ambientali da tale atteggiamento ostativo''. (ANSA).
www.ansa.it
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