È stato presentato qualche giorno fa dall’assessore all’edilizia della Regione Marche, Gianluca Carrabs, lo schema di legge “Norme per l’edilizia sostenibile”, elaborato da un gruppo di lavoro interregionale, con il supporto tecnico dell’Istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale (ITACA).
Lo schema di legge si propone di applicare pienamente la direttiva europea sul rendimento energetico in edilizia (2002/91/CE) che detta norme sul contenimento dei consumi energetici legati agli usi standard degli edifici (riscaldamento, riscaldamento dell’acqua, raffrescamento, illuminazione) e di conseguenza sulle emissioni di gas climalteranti, e che prevede la certificazione energetica degli edifici. Tale direttiva è stata attuata in Italia con il decreto legislativo 192/2005.
La direttiva europea costituisce il punto di riferimento per il metodo di valutazione sviluppato dal gruppo di lavoro ITACA, denominato “Protocollo”, fondato sul sistema internazionale di valutazione energetico ambientale “Green Building Challenge” (GB Tool), metodologia tecnica per la valutazione della sostenibilità degli edifici che prevede parametri di valutazione ambientali complessivi molto più ampi di quelli previsti dalla normativa italiana (Dlgs 192/2005).
Il lavoro ha portato quindi all’elaborazione di un insieme di strumenti normativi e tecnici che vanno dalla proposta di legge quadro di riferimento, alla definizione del sistema di procedure per la certificazione, sino alla realizzazione di un capitolato e un prezzario tipo per opere sostenibili, quest’ultimo in corso di stesura.
La proposta di legge intende porsi come strumento di regolamentazione dei principi fondamentali della sostenibilità in edilizia a partire dalla pianificazione urbanistica, ponendo al centro la certificazione e la promozione di azioni per la sostenibilità delle costruzioni, da attuare attraverso incentivi ed agevolazioni economiche quali sconti sugli oneri di urbanizzazione, l’esclusione dal calcolo dei parametri edilizi di maggiori spessori e volumi derivanti dalla migliore qualità dell’edificio, contributi che coprano i maggiori costi iniziali per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici.
“La sostenibilità degli edifici – ha sottolineato l’assessore Carrabs - ha inizio dagli strumenti di governo del territorio che devono contenere, già al momento della scelta delle aree, precise e corrette indicazioni ambientali sulle modalità di costruzione e sul migliore utilizzo delle risorse climatiche, ambientali ed energetiche presenti”.
La proposta di legge contiene i riferimenti agli elementi importanti della sostenibilità ambientale che, oltre alle caratteristiche del singolo fabbricato, riguardano il risparmio idrico e il mantenimento della permeabilità dei suoli, la promozione delle fonti di energia rinnovabile (solare termico e fotovoltaico, biomasse, minieolico, co-trigenerazione) e la definizione dei principi di qualità dei materiali da costruzione.
Ma il cuore della proposta di legge è costituito dal sistema di certificazione della sostenibilità degli edifici e delle modalità tecniche di conoscenza e di controllo del livello di prestazione raggiunto. Si parte da un’ipotesi di integrazione volontaria della certificazione obbligatoria delle prestazioni energetiche prevista dall’art. 6 del Dlgs 192/2005, che si applica a più ampie prestazioni ambientali, al fine di creare una sorta di “competizione virtuosa” tra proprietari, costruttori e progettisti.
Le Regioni definiranno poi l’insieme delle procedure e dei controlli per l’accreditamento dei professionisti abilitati alla certificazione e ne curerà l’aggiornamento, definendo la struttura del disciplinare tecnico, strumento che sarà alla base della certificazione. Oltre alla verifica e all’aggiornamento del sistema, sarà la Regione, di concerto con i Comuni, ad effettuare controlli a campione sugli edifici e sui progetti oggetto di certificazione.
(Rossella Calabrese )
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Marcello Mariani, staff manager Assessore all'Edil
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