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16-11-2006 |
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Legambiente chiede regole chiare sull'eolico |
Il forte ritardo dell'eolico in Italia vede il nostro paese perdere il confronto con altri paesi mediterranei, come la Spagna, e con gli altri paesi dell’Europa centrale. |
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Tra le cause del gap la tradizionale inerzia italiana nel guardare alle nuove tecnologie dell’energia rinnovabile ma anche la frequente contraddizione nelle scelte delle Regioni. Per questa ragione l'associazione Legambiente ha recentemente richiamato il Governo perché approvi al più presto le Linee Guida sull'eolico, regole e indirizzi per gli operatori industriali ma anche per le istituzioni locali al fine di evitare tanto l'eolico selvaggio quanto le moratorie richieste a gran voce dai movimenti Nimby (Not In My Backyard).
Negli ultimi mesi il movimento anti-eolico ha indubbiamente aumentato il volume nelle forme di protesta contro l'eolico, colpevole di causare un eccessivo impatto sul paesaggio, trovando il facile appoggio in sede politica da parte delle Regioni. Situazioni del tutto sconosciute in Spagna, dove l'eolico si diffonde con il pieno favore dei movimenti ambientalisti ed ecologisti. Sul concetto di paesaggio andrebbe infatti aperto un ampio capitolo. Un aerogeneratore eolico impatta sul paesaggio almeno quanto un traliccio della corrente, contro quest'ultimo però non si alzano le proteste dei movimenti Nimby. Rispetto ad altre tipologie di produzione di energia, come le centrali termiche, le pale eoliche sono facilmente removibili e non lasciano traccia sul territorio ove erano collocate.
Il problema delle pale eoliche che ‘non girano’ è però molto frequente in Italia. Le attuali normative sui certificati verdi e sui meccanismi di agevolazione non impediscono con efficacia il fenomeno dell'eolico selvaggio o improduttivo. Un fenomeno da evitare anche nel buon nome dell’eolico stesso e per favorire la sua rapida diffusione. All’origine del problema troviamo un quadro normativo da rivedere e da ammodernare sulla base dell'esperienza e delle critiche riscontrate fino ad oggi.
Tra le proposte di Legambiente va segnalata anche la richiesta di agevolazioni verso il micro-eolico. Una potenzialità energetica da affiancare al contesto dell’eolico industriale. Si tratta di impianti di piccola taglia, alti circa 30 metri e con 20 kW di potenza, destinati ad essere utilizzati in ambito agricolo, più piccoli e quindi con minore impatto sul paesaggio.
www.ecoage.com
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