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22-02-2010 |
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Italia leader per mini-idroelettrico UE |
L'Italia e' il paese leader nella produzione di energia verde prodotta da piccoli impianti idroelettrici, quelli con una potenza che parte da 200 watt fino a 5Kw, in grado di sopperire alla necessita' di baite, alloggi, seconde case. |
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Nel bilancio tracciato dall'ESHA( l'associazione europea per i piccoli impianti idroelettrici), sul patrimonio di energia idroelettrica europea figurano essenzialmente sei paesi grandi produttori. Oltre all'Italia ci sono la Francia, la Spagna, la Germania, l'Austria e la Svezia. Un gruppetto di stati in grado di fornire il 90% dell'energia prodotta dai piccoli impianti idroelettrici. Ma con l'allargamento si affacciano sulla scena nuovi paesi dai grandi potenziali quali la Bulgaria, la Repubblica Ceca, la Polonia e la Romania. Complessivamente nell'Unione europea l'elettrricita' fornita dagli impianti idroelettrici di piccole dimensioni e' sufficiente per coprire il fabbisogno di oltre dodici milioni di famiglie. Si tratta di 41000 GWh con una capacita' installata di oltre 13.000 MW. Capacita' che potrebbe essere quasi raddoppiata potenziando gli impianti esistenti o costruendone di nuovi. Con la domanda di elettricita' in aumento, la necessita' di ridurre le emissioni di CO2, si guarda con molto interesse al settore che e', pero', seriamente preoccupato per una serie di ostacoli che rischiano di minare il potenziale sviluppo del settore.
- IDROELETTRICO A RISCHIO CON DIRETTIVA ACQUA UE - Il rispetto di criteri ambientali,ma anche la burocrazia rischiano di far naufragare lo sviluppo delle piccole installazioni idroelettriche, che in questi ultimi hanno prodotto risultati, in termini di capacita' e produzione, piuttosto deludenti. La denuncia arriva dalla lobby europea del settore, Esha, particolarmente preoccupata dall'applicazione della nuova direttiva quadro europea sulle acque(WFD). La normativa, entrata in vigore nel 2000, sta passando ora dalla fase teorica a quella pratica. I 27 devono aver sottoposto alla Commissione europea i loro piani di gestione dei bacini dei fiumi entro la fine del 2009. L'applicazione della WFD dimostra come gia' in alcuni paesi c'e' stata una limitazione della crescita del settore. L'Esha cita, ad esempio, quanto e' successo in Polonia, Slovenia e Francia dove l'interpretazione della direttiva a livello nazionale ha avuto conseguenze dirette sull'approvazione di nuovi progetti e sull'assegnazione di concessioni e permessi. Uno stop allo sviluppo non potra' portare che ad una diminuzione nella produzione dei mini idroelettrici, ammonisce l'industria, preoccupata di sottolineare come il settore si stia impegnando per sviluppare tecnologie rispettose dell'ambiente. (ANSA). YFZ
ansa.it
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