Il primo ministro spagnolo Zapatero ha confermato l'uscita dal nucleare, all'annuale dibattito sullo stato del Paese al Parlamento spagnolo.
«È una buona notizia per l'ambiente e la sicurezza e una risposta chiara all'industria nucleare che chiedeva di costruire altre 10 centrali e di prolungare la vita di quelle esistenti - dichiara Giuseppe Onufrio direttore delle campagne di Greenpeace Italia -. Il forte impegno spagnolo nello sviluppo delle fonti rinnovabili e il mantenimento della chiusura del nucleare dovrebbero far riflettere quanti in Italia continuano a spingere sul nucleare».
Per Greenpeace si tratta di una scelta saggia, al contrario delle iniziative italiane che sembrano improntate allo slogan «sì al nucleare costi quel che costi»: «l'Enel infatti fa shopping nucleare a caro prezzo in Slovacchia, impegnandosi a completare due reattori sovietici di progettazione ante-Cernobyl a costi esorbitanti» prosegue Onufrio.
«Il futuro è delle fonti rinnovabili, dell'efficienza e del risparmio e un di un uso attento delle risorse esistenti. Il nucleare, dopo 60 anni di ricerca e sviluppo, rimane un vicolo cieco: alti costi, problema della gestione delle scorie tuttora irrisolto, limitate risorse estraibili di uranio a costi quantificabili, e ad oggi non esiste ancora nessuna tecnologia nucleare che non ponga problemi di proliferazione atomica. È ora di smettere anche in Italia l'inutile e dannosa propaganda nucleare».
Greenpeace
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