RIO DE JANEIRO (Brasile). Che il caffé sia una fonte di energia, lo sanno tutti i consumatori di espresso. Ma perché diventasse fonte di energia per i motori, c´é voluta uno studio di tre anni di ricercatori... naturalmente brasiliani.
I ricercatori chimici dell´università di Minas Gerais in brasile hanno completato in questi giorni un progetto durato 3 anni che permette di trasformare in biodiesel i chicchi difettosi del caffé, che non vengono utilizzati nella torrefazione.
«Il biodiesel potrebbe essere prodotto a costo bassissimo nelle stesse fazendas e cooperative di produzione di caffé, per rifornire i macchinari, i trattori e i camion, riducendo anche notevolmente i costi di produzione del caffé - ha commentato Leandro Soares de Oliveira, coordinatore della ricerca - si tratta di un sistema economico perfetto, in cui si utilizzano le scorie per produrre un derivato che permette di ridurre i costi».
L´unico inconveniente é che il tenore di olio ricavato dal caffé é piuttosto basso rispetto a quello della soia (20% della biomassa), della mamona (45%) o del cocco babaçú, che arriva addirittura al 66%.
In ogni caso la media di chicchi difettosi nel raccolto é di circa il 20%, il che rappresentava finora uno spreco notevole dal punto di vista economico e ambientale. Con una produzione che quest´anno deve raggiungere 40,6 milioni di sacchi da 60 chili, il Brasile (maggior produttore mondiale) potrebbe disporre di una notevole quantità di caffé da trasformare in combustibile ecologico e rinnovabile. Da cento chili di chicchi di caffé si possono estrarre 12 chili di olio puro, e questo a sua volta in 9 chili di biodiesel.
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