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17-07-2006 |
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Eccedenze di vino, dalla cantina al serbatoio |
Secondo quanto stabilito dal Comitato di Gestione vino della Commissione europea di Bruxelles, l'Italia dal 3 luglio può destinare 2,6 milioni di ettolitri di vino alla produzione di biocarburanti o di alcol destinato ad altri utilizzi industriali, dai farmaci ai prodotti chimici. |
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Poiché le eccedenze di vino prodotto rischiano di danneggiare il mercato, come già accaduto in passato, determinando un crollo dei prezzi, la Commissione Europea ha accolto le richieste, da parte dei paesi europei con un esubero di produzione, di conferire alla distillazione di crisi quantitativi controllati di vino da tavola e Doc.
Il progetto di regolamento prevede in Italia la distillazione di crisi per un volume massimo di 2,5 milioni di ettolitri di vino da tavola e di 100.000 ettolitri di vino di qualità. Analogo meccanismo è stato avviato in Francia per la quale sarà ammessa la distillazione di 1,5 milioni di ettolitri di vino da tavola e di un uguale volume di vino pregiato.
Sia in Francia che in Italia il prezzo pagato per il vino da distillare sarà di 1,914 euro per % vol/hl per il vino da tavola e di 3,00 euro per % vol/hl per il vino di qualità. Il costo complessivo per il bilancio dell'Unione Europea sarà di 131 milioni di euro.
L'Unione europea occupa una posizione predominante nel mercato vitivinicolo mondiale: essa rappresenta il 45% delle superfici viticole, il 65% della produzione, il 57% dei consumi e il 70% delle esportazioni. L'Unione europea conta oltre un milione e mezzo di aziende vitivinicole che occupano una superficie vitata di 3,4 milioni di ettari, ossia il 2% dell'intera superficie agricola europea. Nel 2004 la produzione di vino ha rappresentato il 5,4% della produzione agricola dell'UE, quota che ha superato il 10% in Francia, Italia, Austria, Portogallo, Lussemburgo e Slovenia.
Esclusa qualche annata, è dal 1982 che nel settore vitivinicolo si registrano preoccupanti eccedenze nella produzione. La commissaria europea all'agricoltura Mariann Fischer Boel, pur accettando le richieste italiana e francese, ha messo in guardia sul futuro del settore. ''La distillazione di crisi - dichiara la Fischer Boel - sta diventando un elemento tristemente ricorrente nella nostra organizzazione di mercato comune del vino. Insomma, si offre un aiuto temporaneo ai produttori, ma non si affronta il nodo del problema, e cioè il fatto che l'Europa produce troppo vino per il quale non c'è alcun mercato''.
scienzaegoverno.org
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