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21-11-2006 |
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TERNA favorevole a connessione Eolico |
BRUXELLES - Si' alla connessione dell' eolico. Cosi' Marco Valente della Direzione Pianificazione e Sviluppo della rete di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale italiana, intervenendo a una conferenza sull' integrazione su larga scala dell'energia eolica. |
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Valente ha illustrato la situazione italiana sottolineando quanto viene fatto per permettere quanto piu' possibile l'integrazione alla produzione degli impianti eolici e la rimozione dei limiti connessi a problemi strutturali del sistema, alla sua configurazione. Il fatto, per esempio, che gran parte degli impianti eolici sia localizzato sulle isole, ha riferito l'esperto, richiede un raddoppio di collegamenti di potenza superiore rispetto a quelli esistenti. Attualmente le isole sono collegate da un solo collegamento, in alternata per la Sicilia, in continua per la Sardegna. Valente ha quindi identificato gli ostacoli che si incontrano nella rete di distribuzione italiana. ''I problemi degli impianti elettrici e' che spesso sono collegati in punti lontani dai centri di carico, in aree abbastanza remote dove la rete non e' molto sviluppata perche' non e' stata programmata per alimentare i carichi. Ovviamente dove questi carichi non sono molto elevati, per esempio nelle zone rurali, non c'e' tanta rete di trasmissione. Il primo problema e' questo. Un altro e' che a volte si tratta - ha proseguito l'ingegnere - di linee costruite tanti anni fa e quindi con portata un po' piu' limitata, oppure, come nel caso delle isole, con problemi di collegamenti che non permettono la piena produzione''. Da un punto di vista tecnico, si sa che le reti piu' sono interconnesse piu' sono sicure e piu', ha sottolineato Valente, e'facile far produrre generazione in qualsiasi posto essa sia dislocata. I problemi principali sono che la rete ha la tensione da 150 KW, che puo' essere un po' debole, e strutturalmente di connessione dell'impianto. Un altro problema che sta manifestandosi ultimamente e' legato al fatto che i nuovi impianti per cui viene fatta domanda di connessione a TERNA hanno una potenza massima sempre piu' elevata. Migliorano le tecnologie e la taglia del generatore, della singola pala, e' cresciuta e dove prima c'erano venti torri per una certa potenza ora tale potenza e' raddoppiata, quadruplicata. Le potenze in gioco sono sempre piu' importanti e di conseguenza si stanno trovando delle soluzioni tecniche per collegare direttamente gli impianti eolici sulla rete ad altissima tensione a 400 KW. Tali potenze non sono smaltibili dalla rete di subproduzione. Relativamente ai tempi e ai modi necessari per la connessione a Terna, Valente ha spiegato che ''Terna ha un regolamento interno per i tempi di risposta. E' previsto un tempo massimo di 90 giorni, ma generalmente si risponde in tempi piu' corti, siamo nell'ordine di trenta giorni''. Tutte le domande per installazioni superiori ai 10 MW passano attraverso Terna, le altre vanno al distributore locale. Un' anomalia messa in luce da Valente e' che ''a fronte di una potenza eolica di 2000 MW c'e' stata una richiesta di connessione di oltre 22.000 MW, quindi con un ordine di grandezza di oltre dieci volte rispetto a quello che poi entra nel servizio''. A questo punto e' bene chiarire che il processo di connessione e' solo una delle diverse componenti per la realizzazione dell'impianto eolico. Ci sono poi le necessarie approvazioni di comuni, regioni, province, ministeri. Alla ricerca della ragione di questa grosso divario Valente ha chiarito: ''Noi come Terna siamo sempre favorevoli alla connessione di nuovi impianti, quando si tratta di impianti eolici lo siamo ancora di piu' per tutti i benefici che portano in termini di riduzioni di emissioni. Dal nostro punto di vista facciamo sempre il massimo per favorire la connessione degli impianti''. Il problema vero e' invece quello di riuscire ad ottenere l'autorizzazione per la costruzione dell'impianto visto che, anche se minimo, c'e' sempre un impatto ambientale e sul paesaggio. Allargando l'orizzonte alla realta' europea, l'ingegner Valente ha rilevato che ''rispetto ad altri paesi europei noi abbiamo degli ordini di grandezza un po' inferiori, se ci riferiamo alla Spagna alla Germania, ma e' anche vero che siamo la quarta nazione in Europa per potenza installata''. Il ridotto sviluppo dell'eolico italiano e' dovuto anche, secondo Valente, al fatto che ''noi in Italia abbiamo una forte urbanizzazione e non c'e' quindi spazio per andare a installare tante pale. Le stesse isole hanno una superficie limitata''. A cio' va ad aggiungersi il fatto che il territorio italiano ospita tantissimi parchi, zone di protezione speciale e di interesse comunitario, che sono vincolati. Poco in Italia sembra al momento l'interesse per i parchi eolici offshore. A Terna sono state fatte solo due domande di connessione, una per un parco al largo della costa siciliana l' altra al largo di quella abruzzese, ma per l'installazione si e' ancora in fase preliminare.(ANSA). YFZ-GU
www.ansa.it
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