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03-01-2006 |
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Energia-Gas: il nucleare è perdente, spazio al sole |
La “guerra del gas” che si è creata tra l’Ucraina e la Russia non coinvolgerà i paesi europei. |
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La Gazprom, il colosso energetico russo, controllato dal Cremlino, ha assicurato all'Unione Europea che le forniture stanno tornando ai livelli normali. Ma nella giornata di ieri si erano sentiti i primi effetti anche in Italia. Sulla rete di distribuzione si registra infatti un sensibile calo di fornitura del gas dalla Russia, del 24%. Nessuno tuttavia sottovaluta l'impatto di quella che si delinea come una vera e propria crisi visto che secondo quanto ha dichiarato il vicepresidente di Gazprom, Aleksander Medvedev, il rientro alla normalita' nelle forniture all'Europa "non potra' durare in eterno": "Non possiamo fornire gas extra per coprire i prelievi abusivi dell'Ucraina", ha detto senza mezzi termini. Dalla Russia, l’Italia importa 24,5 miliardi di metri cubi l'anno, mentre una quantità quasi analoga (23,9 miliardi) arriva dall'Algeria e 16 ,2 miliardi di metri giungono da Paesi del Nord Europa. Mezzo miliardo di metri cubi proviene infine dalla Libia.
Immediati i commenti ambientalisti alle parole del ministro Scajola che ha rilanciato l'idea del nucleare. “Su una cosa il ministro Scajola ha ragione: l’Italia ha bisogno di diversificare le sue strategie per l’approvvigionamento di energia, ma resta perdente la scelta del nucleare” ha commentato Roberto Della Seta, presidente di Legambiente. “Perdente non solo perché si ignora la scelta inequivocabile compiuta dagli italiani con i referendum del 1987, o perchè i tempi di realizzazione di una centrale nucleare sono lunghissimi (10 anni). Piuttosto quello che il governo sembra non realizzare è che i costi di produzione di energia da fonti nucleari non sono competitivi, i problemi di smaltimento delle scorie radioattive e di “decommisioning” delle centrali nucleari sono ancora irrisolti e taciuti come voce nei costi da considerare. In Italia le tesi a favore del nucleare provano a nascondere i problemi reali di una fonte che è ancora oggi costosa, insicura, pericolosa come dimostra un recente studio (2004) del MIT (An interdisciplinary Massachussettes Institute of Technology study)”. “È forse per questo che il contributo dell’atomo alla generazione elettrica mondiale, – aggiunge il presidente di Legambiente – pari al 16% (6% in termini di energia primaria), è al palo da parecchi anni ed è ormai ridotto a un tasso trascurabile rispetto a quello oggi registrato dalle energie pulite: nel 2001 la potenza nucleare è cresciuta di 1750 MW mentre quella eolica è arrivata a 6500 MW, negli ultimi cinque anni dunque, è cresciuta a un ritmo medio del 36%”.
Le riforniture del gas vengono usate dall’Italia anche per produrre energia elettrica. Ma è chiaro che se i consumi di energia continuassero ad aumentare la crisi sarebbe solo rinviata di qualche tempo. Qualche segnale di speranza arriva dalla scelta del Comune di Roma che, su suggerimento di Legambiente ha reso obbligatoria l’installazione di pannelli solari in tutte le nuove costruzioni e negli edifici in ristrutturazione. “In pochi anni, Roma potrà diventare leader non solo in Italia nella produzione di calore e di elettricità dal sole: questo avrà effetti ambientali notevoli, riducendo le emissioni inquinanti, ma produrrà anche forti benefici tecnologici, occupazionali ed economici. Dove il solare è decollato, infatti, come in Germania o a Barcellona, sono nate nuove aziende, si sono creati migliaia di posti di lavoro, le famiglie e le imprese hanno risparmiato sulla bolletta elettrica e su quella del gas” ha commentato Roberto Della Seta di Legambiente. Nei prossimi mesi, Legambiente s’impegnerà perché l’esempio romano venga seguito dagli altri comuni italiani: “Il nostro obiettivo – ha detto ancora Della Seta – è che entro il 2006 almeno cento città adottino normative analoghe”.
Anche il Comune di Bologna ha scelto per il solare. Si parte con le nuove abitazioni popolari per i giovani, dotate di potenti impianti fotovoltaici sopra i tetti. Dal Comune verrà erogata una tariffa incentivante che consentirà di ammortizzare completamente il costo di realizzazione degli impianti stessi e di ottenerne anche un ricavo utile da reinvestire nella progettazione di una nuova edilizia popolare ecologica indirizzata ai giovani, alle giovani coppie e alla popolazione studentesca.
Un primo blocco di interventi riguarderà la costruzione di 32 impianti fotovoltaici di potenza media di circa 50 Kw ciascuno, per una superficie complessiva di circa 10.000 mq che produrrà 1,5 milioni di Kw/ora per anno di energia pulita. Il ricavo complessivo netto per il Comune, a conclusione del primo investimento, sarà di circa 4.000.000 di euro. A questi primi impianti seguiranno altri 2 progetti per la realizzazione di 60 strutture in fotovoltaico, non più necessariamente negli edifici popolari, per un ammontare complessivo di superfici utili ricoperte nel comune di Bologna di circa 30.000 mq. e un ricavo economico di altre 8.000.000 di euro da investire in edilizia ecologica. [AT]
unimondo.org
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