Secondo un rapporto della Federazione nazionale dell´ambiente della Cina, reso noto dall´agenzia ufficiale Xinhua, le Ong ambientaliste di base e indipendenti sono più che raddoppiate di numero negli ultimi 3 anni arrivando a 508 organizzazioni nel febbraio 2008, 300 in più che nel 2005.
Ad oggi, le organizzazioni che si occupano di tematiche riguardanti l´ambiente nella Repubblica Popolare sono arrivate a 3.539 se si includono le Ong finanziate dal governo centrale, quelle indipendenti e "di base" e le agenzie cinesi di organizzazioni internazionali come Wwf e Greenpeace o di altre associazioni ambientaliste. 771 in più di tre anni fa.
Yi Yimin, addetto stampa degli Amici della natura di Pechino, ha detto a Xinhua che la sua associazione «ha influenzato con successo le politiche pubbliche e governative, raccomandando attività rispettose dell´ambiente in questi ultimi anni».
Secondo il rapporto è evidente anche una crescita organizzativa e strutturale: il 55,2% delle Ong hanno sedi proprie, on un aumento del 15,2% sul 2005, il 26% delle associazioni ambientaliste ha fonti fisse di entrate, con un aumento del 2,1%.
L´evidenza di una faticosa (ma ormai riconosciuta e "tollerata" e forse perfino incoraggiata) crescita delle attività in difesa dell´ambiente cinesi viene anche dal riconoscimento che la Ligue universelle du bien public, una Ong riconosciuta dall´Onu, ha conferito a Liu Xiangdong, direttore del dipartimento della protezione dell´ambiente della provincia di Shanxi, quale riconoscimento del suo contributo al miglioramento dell´ambiente.
Dal suo insediamento nel 2006, Liu ha avviato una serie di iniziative per cercare di migliorare la tragica situazione ambientale dello Shanxi, considerata la provincia più inquinata del pianeta. Misure che avrebbero ottenuto risultati eclatanti, tanto che "l´esperienza dello Shanxi" è stata presa a modello per l´intera Cina .
E´ evidente, anche per il rilievo che il governo di Pechino permette da tempo alla stampa di dare ai temi ambientali, che la questione della sostenibilità della crescita cinese sia un´emergenza sempre più forte.
Intanto l´Ufficio di Stato delle statistiche conferma che, malgrado la bufera finanziaria che ha colpito anche le borse cinesi, lo sviluppo «resta stabile e relativamente rapido». A dire il vero la Cina ha ancora la crescita più rapida del mondo e il governo comunista sta cercando di attuare un rigido controllo sui prezzi. Secondo l´Ufficio di statistica cinese le riserve monetarie del Paese continuano a crescere insieme all´occupazione, «Il Pil cinese è aumentato del 9,9% durante i primi tre mesi di quest´anno, in calo di 2,3 punti di percentuale in rapporto allo stesso periodo del 2007. Il rallentamento è il risultato degli effetti combinati della crisi finanziaria globale, del declino dell´economia mondiale e di severi disastri naturali nel Paese».
greenreport.it
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