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07-04-2011 TUTTE LE NEWS
La filiera del fotovoltaico esce rafforzata dal 2010 record
Secondo il Solar energy report del Politecnico di Milano sono ancora da valutare gli effetti del Decreto Salva Alcoa sul comparto
 
Al netto delle polemiche sugli incentivi e delle reali dimensioni della crescita, il 2010 è stato un anno record per il fotovoltaico italiano, sia (come noto) in termini di capacità installata che come incremento di fatturato per tutti gli operatori della filiera. Sono queste le principali conclusioni del Solar energy report 2010 del Politecnico di Milano, che innnanzitutto prova a fare un po' di chiarezza sui tanto contestati numeri. Nel nostro Paese al 31 dicembre 2010 risultavano installati e allacciati alla rete elettica (dunque totalmente funzionanti) circa 3,3 Gw di impianti fotovoltaici, di cui ben 2,1 nel solo 2010. Il dato evidenzia una crescita della capacità installata del 192% rispetto al 2009 e fa dell'Italia nel 2010 il secondo mercato al mondo per nuova potenza installata, dopo la Germania. A fine 2010 nel nostro Paese erano infatti in funzione circa 210.000 impianti fotovoltaici, per una potenza totale di 3276 Mw, oltre 64 volte il valore che si registrava in Italia a fine 2007, anno dell'entrata in vigore del Conto energia. Questo panorama è stato però sconvolto dagli effetti del cosiddetto decreto Salva Alcoa: la legge numero 129 del 13/8/2010 ha infatti sancito che le tariffe del 2010 (molto più convenienti) fossero riconosciute a tutti quegli impianti che avessero terminato i lavori elettrici e strutturali entro giugno 2010. Il provvedimento ha avuto un effetto shock sul solare italiano, perché gli operatori si sono affrettati a completare i lavori per usufruire dei generosi incentivi. Il risultato è che il Gse è stato sommerso di domande (circa 55.000), per un totale di 4 Gw di potenza aggiuntiva, soprattutto centrali fotovoltaiche di taglia medio grande. Se alla fine delle verifiche (ancora in corso) questi impianti si rivelassero tutti reali e non solo speculazioni (secondo il Gse le domande sono autentiche per circa l'80/85%) il fotovoltaico italiano arriverebbe a 7,2 Gw cumulati, ovvero il secondo mercato al mondo dopo l'inarrivabile Germania. Il salva Alcoa, ovviamente, rivoluzionerebbe anche i dati sul giro d'affari del comparto: considerando gli impianti funzionanti al 31 dicembre, la crescita del volume di affari del fotovoltaico italiano rispetto al 2009 è circa del 162%, per un totale di 7,6 miliardi di euro. Ma se se si prendono per buoni i dati del Salva Alcoa si arriva a 21,5 miliardi di euro, per un incremento di circa sette volte rispetto all'anno precedente. Il decreto provocherà senz'altro anche una modifica del quadro dimensionale degli impianti presenti in Italia, che arriverebbero a una taglia media di 70 Kw, rispetto ai 27 Kw senza Salva Alcoa. Gli impianti industriali, oltre il Mw di potenza, raggiungerebbero infatti il 44,8% del totale installato; una vera svolta, se si considera che questo segmento sino a pochi anni fa non esisteva e che la dimensione media del fotovoltaico italiano si aggirava intorno ai 7 kw. Proprio questo inatteso boom ha provocato il secondo schock per il settore, ovvero il Decreto rinnovabili: il Governo, spaventato anche dall'impatto sulle bollette (con i 4 Gw del Salva Alcoa la spesa sale a 2,4 miliardi per lo Stato, 2,1 euro al mese per cittadino) ha in pratica stabilito il blocco al 31 maggio del terzo Conto Energia, entrato in vigore appena ad agosto 2010. In attesa della definizione del nuovo meccanismo incentivante, secondo il Politecnico, per il settore è arrivato il blocco totale degli investimenti, che inciderà significativamente anche sul volume della nuova capacità installata nel 2011, che non dovrebbe superare i 2 Gw. Ma questa fase di stallo, che ha fatto gridare gli operatori del settore addirittura alla “morte del settore”, non deve far dimenticare che il 2010 è stato un anno forse irrepitibile per il fotovoltaico italiano: le imprese che operano nella filiera sono ormai 800, il 13% in più rispetto allo scorso anno, per circa 18.500 dipendenti diretti. Nel 2010 si è assistito anche a una grande crescita della marginalità in tutti i segmenti della filiera, dopo la flessione del 2009, che si aggira in media intorno a un lusinghiero 13/14%. Ma soprattutto è aumentata la presenza numerica delle imprese italiane, che ormai si prendono il 42% della marginalità lorda complessiva, rispetto al 28% di due anni fa. Insomma i soldi degli incentivi rimangono in buona parte in Italia, al contrario di quello che succedeva qualche tempo fa. Allo stesso tempo il Politecnico nota una riduzione delle imprese estere che fanno export puro nel nostro Paese: sempre più spesso gli imprenditori esteri avvertono la necessità di aprire qui un insediamento commerciale. Le nostre aziende, ugualmente, sono sempre più attive nell'export, che riguarda oltre la metà delle imprese attive nella produzione di celle e moduli e degli Epc contractor. Questi ultimi, in particolare, hanno registrato un incremento dei ricavi del 150% nel 2010 rispetto al 2009, tanto che anche molte aziende produttrici stanno provando a inserirsi in questa fase. Insomma, quello che si chiedeva da tempo, ovvero il rafforzamento di un'industria nazionale del fotovoltaico, è avvenuto nel 2010. Dunque nel 2011 il settore, anche se dovrà affrontare tagli agli incentivi di una certa consistenza (nell'ordine del 10-20%), potrà contare su basi più solide rispetto al passato per superare anche i momenti critici.

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