Questa è la conclusione dei ricercatori dell'Istituto di Oceanografia Scripps dell'Università di California di San Diego e dell'Università di Washington, in un articolo pubblicato sul numero del 17 novembre della rivista "Nature". Analizzando diversi scenari, Tim Barnett, Jennifer Adam e Dennis Lettenmaier mostrano come i gas serra prodotti dall'uomo, e il conseguente riscaldamento climatico da essi provocato, influenzeranno significativamente le regioni che dipendono dal ghiaccio e dalla neve, limitandone le riserve d'acqua e danneggiando i sistemi di gestione delle risorse. L'analisi descrive inizialmente i possibili effetti del riscaldamento globale sulle riserve d'acqua, e poi indica quale sarà l'impatto in diverse regioni negli Stati Uniti occidentali, in Europa, in Canada, in Asia e in America del Sud. Secondo gli autori, con un clima più caldo ci saranno maggiori precipitazioni sotto forma di pioggia anzichè neve: questo porterà a riempire le riserve prima del solito. Inoltre, lo scioglimento della neve avverrà con anticipo rispetto ai decenni precedenti, alterando la disponibilità di acqua tradizionalmente disponibile dai corsi d'acqua di montagna. Questi cambiamenti produrranno un minor accumulo di neve in inverno e potrebbero causare notevoli penurie d'acqua nelle regioni la cui capacità di immagazzinamento non è in grado di far fronte al ciclo annuale delle precipitazioni. "èil caso della California, - spiega Barnett - e in particolare del bacino del Columbia, le cui dighe non hanno la capacità sufficiente per contenere un intero ciclo stagionale di acqua". In Europa i problemi maggiori si avranno nel bacino del Reno. www.lescienze.it
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