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19-09-2006 |
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Giappone: 1 auto su 3 con biocarburante |
Nel 2010 almeno una macchina su tre, o addirittura una su due, viaggera' in Giappone con carburante a elevata percentuale biologica. |
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E' stato, come sempre per il Sol levante, un passo lungamente meditato, ma nelle ultime settimane e' giunta dal governo tutta una serie di via libera che aprira' con decisione la 'strada virtuosa' dei carburanti al bioetanolo. Finora la percentuale biologica nella benzina non poteva superare il 3%, ma il ministero dell'Economia ha messo a punto un disegno di legge che dovrebbe essere presto approvato e consentire un innalzamento al 10%, come negli Stati Uniti e in Cina. Come conseguenza e' previsto che gia' da quest'anno i consumi di etanolo balzino del 150% e che nel 2010 i carburanti del genere rappresentino dal 30 al 50% del mercato. E' un passo fondamentale per il maggior produttore mondiale di auto, che finora aveva mostrato molte remore a imboccare questa via: i produttori ne hanno studiato a lungo gli effetti e sono giunti alla conclusione che i vantaggi ecologici compenseranno di gran lunga un lieve calo di efficienza dei motori e la necessita' di irrobustire i rivestimenti interni dei condotti contro la corrosione. Raggiunto il consenso a tutti i livelli e' prevedibile che l'intero sistema nipponico riesca a bruciare i tempi di adattamento: entro la prossima estate vi saranno a Tokyo una cinquantina di distributori di biocarburante, che diventeranno un migliaio in tutto l'arcipelago per il 2009. Sono previsti sussidi statali per le necessarie modifiche degli impianti, mentre a incentivare i consumi sara' una modifica fiscale che dal prossimo anno esentera' dalla tassa sulla benzina tutta la sua percentuale di etanolo. A differenza che negli Usa e in Cina, dove il biocarburante proviene soprattutto da cereali, o in Europa dove si usano sottoprodotti delle barbabietole, in Giappone come in Brasile l'etanolo sara' estratto dalla canna da zucchero o altri vegetali di cui sono ricche alcune isole meridionali a cominciare da Okinawa. Diversi impianti di lavorazione sono stati gia' costruiti in loco, mentre una grossa 'raffineria' dovrebbe entrare in funzione in gennaio a Sakai, presso la metropoli centromeridionale di Osaka. Agli incentivi su tale piano il ministero dell'Agricoltura conta di destinare quest'anno 10,6 miliardi di yen (74 milioni di euro). Se tutto procedera' come sperato questa 'biorivoluzione' dovrebbe consentire al Giappone di ridurre considerevolmente i 'debiti' relativi alle sue emissioni di anidride carbonica: in base al Protocollo di Kyoto, infatti, entro il 2012 Tokyo dovrebbe ridurre del 6% rispetto al 1990 il suo quantitativo inquinante di CO2, che invece risulta ora superiore di oltre l'8% a quello di 16 anni fa. Nel contempo le industrie automobilistiche nipponiche hanno cominciato a studiare motori che utilizzino carburanti con percentuali di bioetanolo superiori al 10% (gia' impiegati in Brasile) e i primi veicoli in proposito dovrebbero essere sperimentati nel giro di un paio di anni. (ANSA) ZN
www.ansa.it
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