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11-12-2005 |
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Protocollo Kyoto, via alla fase 2 e a sorpresa arriva un'apertura Usa |
Montreal, vertice concluso con un nuovo accordo che ha coinvolto oltre 150 Paesi tra i 188 presenti: i lavori partiranno a maggio. Grazie a un intervento di Clinton, la delegazione americana ha sottoscritto un documento di impegno per un "dialogo globale". |
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MONTREAL - Il Protocollo di Kyoto andrà avanti anche dopo il 2012 con ulteriori obiettivi di riduzione delle emissioni. E' quanto è stato deciso a Montreal, dove si sono riuniti i rappresentanti di 188 Paesi per discutere del futuro del pianeta. Il nuovo accordo, come quello precedente, non è stato sottoscritto dagli Stati Uniti, che però hanno firmato un documento di impegno a entrare in un "dialogo globale" sul futuro della lotta al cambiamento climatico. Niente impegni vincolanti, dunque, ma almeno non la posizione di totale esclusione degli anni passati. A spingere gli Stati Uniti verso una posizione più conciliante è stato l'ex presidente Bill Clinton, che nel suo intervento ha ricordato il dramma dell'uragano Katrina, troppo costoso per gli Stati Uniti sia sul piano umano che economico-politico, e ha parlato delle energie rinnovabili come la soluzione attuale al problema del mutamento del clima. La conclusione del vertice lascia quindi immaginare che entro due anni gli Stati Uniti aderiranno allo schema del Protocollo di Kyoto per il secondo 'budget period', magari proponendo degli emendamenti, ma accettando i target vincolanti. I nuovi impegni di prosecuzione del Protocollo sono stati assunti da oltre 150 Paesi. La prima fase dell'accordo, che prevede limiti alle emissioni da raggiungere con misure di risparmio ed efficienza energetica e con il ricorso a fonti rinnovabili, finisce nel 2012. Dopo le serrate trattative della notte tra venerdì e sabato, i Paesi che l'hanno ratificato hanno deciso di cominciare negoziati formali per sviluppare proposte che vadano oltre il 2012: i lavori di questo gruppo Kyoto 2 cominceranno a maggio. Per i Paesi in via di sviluppo e quelli emergenti non sono per ora previsti impegni di riduzione, ma la strada è aperta, anche perché al summit di Montreal sono finalmente state messe sul tavolo le possibili carte di scambio: considerare il mancato taglio delle foreste tropicali come un effettivo contributo alla lotta contro l'effetto serra e introdurre quindi dei meccanismi di finanziamento per i Paesi che ne impediscono il taglio. "Alla fine - spiega il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli che ha guidato la delegazione italiana al vertice - un accordo c'è stato. Il Protocollo di Kyoto deve andare avanti e ognuno deve raggiungere gli obiettivi fissati". Positivi anche i commenti sull'esito del vertice del presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta e del responsabile progetti internazionali del Wwf, Maria Grazia Midulla. "A Montreal - hanno detto i due delegati - si è verificato un passo avanti importante. L'ostruzionismo degli Usa durante le trattative ha completamente isolato l'amministrazione Bush, che alla fine ha però ceduto e aperto una finestra di dialogo. Gli Usa, principali produttori di gas serra, non hanno preso impegni vincolanti per tagliare le emissioni ma per la prima volta si sono detti disponibili a ragionare sul futuro e a svolgere un ruolo più attivo per frenare il riscaldamento del pianeta".
www.repubblica.it
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