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08-02-2007 |
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Silvestrini: sul Cip 6, con il ddl si apre la discussione |
«Questo disegno di legge pone già dei paletti molto rigorosi, ma è tutto da vedere come andrà a finire in parlamento» |
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Nella sede di ieri del consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, Pierluigi Bersani, e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio, è stato presentato ed approvato un disegno di legge di attuazione degli obblighi comunitari per il finanziamento all’energia da fonti rinnovabili. Con tale disegno di legge si è reintrodotta la decisione di destinare i finanziamenti cosiddetti “cip 6” alle soli fonti rinnovabili.
Questo significa che tali finanziamenti saranno concessi solo agli impianti già autorizzati e operativi, ma verranno invece revocati per tutti quelli che hanno già ottenuto l’autorizzazione, ma che non hanno ancora iniziato la costruzione dell´’impianto stesso. Limitazione già inserita in finanziaria per un accordo ottenuto tra la maggioranza al senato e il governo, ma che poi nella stesura definitiva dell’unico articolo di sui si componeva la finanziaria per il voto di fiducia, era stato cambiato. Sulla estensione originaria l’accordo successivo tra governo e le forze parlamentari di maggioranza promotrici dell’emendamento era stato quello di inserire la modifica nel decreto milleproroghe di fine anno. Ma alla fine si è scelto evidentemente di aprire anziché chiudere la discussione, inserendo la modifica del provvedimento in disegno di legge. Che adesso dovrà andare in parlamento.
C’è un punto del provvedimento che risulta particolarmente delicato, per la questione giuridica che ha dietro. Ovvero ma le imprese che hanno ottenuto l’autorizzazione degli impianti sulla base di un piano finanziario che teneva conto degli incentivi CIP6, non potrebbero avviare ricorsi?
Abbiamo posto questa domanda a Gianni Silvestrini (Nella foto), consigliere per l’energia e l’ambiente del ministro Bersani. «In effetti è assolutamente possibile. Ed è stato il motivo che ha sempre frenato su questo provvedimento».
Anche per questo allora si è deciso per un disegno di legge, anziché per il decreto milleproroghe, perché si rimanda la discussione in parlamento? «In effetti questo disegno di legge pone già dei paletti molto rigorosi, ma è tutto da vedere come andrà a finire in parlamento».
Ieri è stato approvato anche un decreto legislativo che recepisce la direttiva comunitaria 2004/8 in materia di promozione della cogenerazione, basata su una domanda di calore utile nel mercato interno dell’energia e di incentivazione dell’utilizzo degli impianti che generano in un unico processo energia termica ed elettrica e/o energia meccanica, con il fine di ottenere risparmi economici, riduzione dell’impatto ambientale, minori perdite di trasmissione, sostituzione di modalità di produzione di calore poco efficaci e più inquinanti.
Da quello che si legge sulla stampa, sembra di capire che però questi impianti non potranno più accedere ai certificati verdi, ma solo a quelli bianchi.
Ci spiega meglio il meccanismo? «Sì nel recepimento della direttiva è stata eliminata la possibilità di avvalersi dei certificati verdi in questo settore, salvaguardando comunque i diritti già acquisiti, sugli impianti già autorizzati. (Con un limite temporale che è stato fissato fino al 31 dicembre 2008, ndr). I certificati bianchi saranno invece incrementati in particolare sulla microgenerazione».
Ma il meccanismo di incentivazione delle energie rinnovabili attraverso i certificati verdi è dentro questo provvedimento o fa parte di una altro disegno di legge? «No qui si parla solo di coogenerazione. Il meccanismo dei certificati verdi sulle rinnovabili fa parte di un altro disegno di legge in corso di definizione».
greenreport.it
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