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19-03-2008 TUTTE LE NEWS
Opportunitą di oli vegetali per usi energetici
No ''alle moratorie regionali e agli atteggiamenti locali ideologicamente pregiudiziali sulla produzione di energia rinnovabile da biomasse liquide da filiera lunga''.
 
La presa di posizione e' dell'Associazione dei Produttori di Energia da fonti Rinnovabili (Aper) dopo che il Consiglio regionale della Toscana avrebbe approvato una mozione per introdurre una moratoria sulla possibilitą di autorizzare nuovi impianti a biomasse alimentati da oli vegetali provenienti da filiera lunga su tutto il territorio regionale. L'Aper ribadisce la propria preoccupazione per ogni atteggiamento pregiudizialmente contrario allo sviluppo di impianti a fonte rinnovabili sul territorio nazionale, assunto dagli enti locali (in questo caso le Regioni) che invece dovrebbero essere in prima fila per promuovere tutte le fonti rinnovabili, oli vegetali da filiera lunga inclusi. ''Per il raggiungimento degli obiettivi al 2020 previsti dal piano di azione Clima ed Energia della Commissione Ue in materia di fonti rinnovabili - dichiara Marco Pigni direttore di Aper - occorre sviluppare in maniera equilibrata, integrata e rispettosa delle normative ambientali tutte le fonti rinnovabili, quindi anche gli oli vegetali (sia di filiera corta che di filiera lunga)''. Si ricorda inoltre che ''con riferimento al costo di sviluppo delle fonti rinnovabili, gli ostacoli, i vincoli e le lungaggini di natura autorizzativa gią ora comportano per il nostro Sistema Paese un extracosto del non fare pari al 35% in pił rispetto alla media degli altri paesi Ue. ''Se continueremo di questo passo - conclude Pigni - avremo in Italia il paradosso di un sistema incentivante per le fonti rinnovabili tra i pił avanzati d'Europa e un sistema burocratico-autorizzativo tra i pił arretrati e penalizzanti e saremo costretti, non riuscendo a centrare gli obiettivi nazionali interni (17% di energia da fonti rinnovabili sui consumi totali finali di energia al 2020, rispetto al 6% attuale) a ottemperare agli obblighi importando energia verde da impianti ubicati all'estero, oppure a pagare salatissime penali a Bruxelles per il mancato rispetto dei target previsti dalle direttive Ue in materia energetico-ambientale''. (ANSA).

www.ansa.it