Gli sforzi sono concentrati soprattutto nell'eolico, con ingenti investimenti nella Penisola Iberica e nel Nord Europa, mentre molto meno rilevanti appaiono gli sviluppi nell'idroelettrico. E' quanto emerge da un'indagine dello studio sulle fonti rinnovabili e sulle strategie dei grandi gruppi elettrici europei realizzata da Agici Finanza d'Impresa, specializzata nella consulenza strategica e finanziaria. Tra le societa' prese in esame, tutti i maggiori player europei (Atel, Centrica, Edf, EdP, Enel, E.On, Iberdrola, Rwe, Statkraft, Suez e Gdf considerati sia singolarmente che post fusione, Vattenfall, Verdbund). Lo studio tiene conto anche delle strategie delle principali societa' italiane (A2A, Acea, Edison, Erg, Iride, Sorgenia).
Con uno sforzo finanziario di oltre 50 miliardi di euro e un tasso di crescita al 285%, i 14 gruppi europei considerati porteranno la loro capacita' produttiva da rinnovabili da 13 mila megawatt nel 2007 a 50 mila megawatt nel 2015 (escludendo l'idroelettrico tradizionale). Tra le fonti, quella eolica risulta la piu' attrattiva. I suoi punti di forza stanno in un potenziale elevato e ancora poco sfruttato, in costi di investimento decrescenti, in un'elevata capacita' produttiva installabile. Inoltre tutti i Paesi europei concedono forti incentivi allo sviluppo in questo settore. Il motore dello sviluppo europeo delle rinnovabili e' costituito dagli obblighi comunitari al 2010 e al 2020 sul fronte del mix energetico e del taglio delle emissioni. Dall'analisi dei piani industriali dei player considerati, risulta che nel 2010 la capacita' dei grandi gruppi europei potra' coprire il 53% della capacita' necessaria. Per quanto riguarda il pacchetto Ue '20-20-20', l'indagine e' meno ottimistica e per perseguire i target, ''le aziende dovrebbero operare un notevole sforzo addizionale di cui non e' chiara la completa fattibilita' tecnico/economica''. (ANSA).
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