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29-04-2008 |
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Solo 2% olio di palma usato per biocarburanti. |
BRUXELLES - Di fronte alla valanga di critiche che piovono sull'uso dei biocarburanti il Segretario Generale dell'Ebb (European Biodiesel Board), Raffaello Garofalo, ha puntualizzato alcuni aspetti poco conosciuti, che caratterizzano la situazione attuale. |
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L'Ebb, innanzitutto, pur ritenendo particolarmente severi i criteri di sostenibilita' proposti a livello comunitario, si dice pronto a raccogliere la sfida e ad accettare le imposizioni della Commissione europea che faranno dei biocarburanti ''il prodotto piu' sostenibile al mondo''. Puntualizza che le importazioni di olio da palma, una tra le materie prime piu' incriminate nel minare lo sviluppo sostenibile, sono passate dal 2002 al 2007 da due milioni di tonnellate a cinque e mezzo. Un incremento enorme delle importazioni, provenienti essenzialmente dalla Malesia e dall'Indonesia, che e' andato, pero', a soddisfare principalmente il settore dell'industria alimentare.
Solo il 2% dell'olio di palma e'stato infatti utilizzato per produrre biocarburanti. Non sarebbe quindi opportuno estendere i criteri di sostenibilita' anche alle importazioni destinate all'industria alimentare, ben piu' avida di olio da palma? C'e' poi da considerare, ammonisce Garofalo, un altro aspetto del mercato. La penuria di petrolio spinge ad orientarsi verso un'estrazione non convenzionale del greggio. Si sfruttano, cosi',le sabbie bituminose, cioe' rocce e sabbie ricche di petrolio. Si tratta di un'operazione particolarmente onorosa dal punto di vista ambientale e dei costi. In termini di C02 estrarre il petrolio dalla sabbie bituminose produce sei volte tanto le emissioni provocate dall'estrazione normale. Per racimolare in questo modo un po' di petrolio si rimuove il terreno per una profondita di sessanta metri sbancando selvaggiamente chilometri quadrati di terreno e lasciandosi dietro il nulla.
Venezuela e Canada da due, tre anni, hanno gia' imboccato questa strada. Chiedendosi se sia opportuno o meno utilizzare i biocarburanti bisogna tener conto anche del fatto che la domanda di petrolio continua ad aumentare in modo esponenziale e che, quindi, di fronte alla scarsita' di greggio, la domanda addizionale verra' soddisfatta con il mercato merginale, quello delle sabbie bituminose. Per fare una valutazione corretta bisogna quindi considerare che i biocarburanti vanno ad incidere proprio su questo mercato dell'estrazione non convenzionale. Il Segretario Generale di Ebb ricorda ancora che l'uso dei biocarburanti riduce le emissioni di CO2 dal 50% al 95% e che i combustibili verdi sono biodegradabili al 100%. Si tratta poi di un prodotto che puo' essere fabbricato in Europa, eliminando la dipendenza dai paesi terzi. Sull'aumento dei prezzi dei generi alimentari, diretta conseguenza secondo alcuni della produzione di biocarburanti, Garofalo sottoliea che a far crescere i prezzi hanno contribuito, tra l'altro, due annate di raccolti scarsi, dovuti alle mutate condizioni climatiche. E' quindi sul riscaldamento del pianeta, causato da un eccesso di emissioni di CO, e non sui biocarburanti, che si deve puntare il dito accusatore per il lievitare dei prezzi. (ANSA).
www.ansa.it
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