Le tecnologie del Solare fotovoltaico
Le tecnologie di produzione delle celle
fotovoltaiche si dividono sostanzialmente in tre famiglie:
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Silicio cristallino: che
comprende il monocristallo e il policristallo. |
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Film sottile: con l’amorfo
tradizionale, i sistemi multigiunzione (triple junction – CIS – CIGS)
la cella elettrochimica di Graetzel. |
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Arsenuro di Galio. |
Silicio
cristallino (c-Si)
La tecnologia al silicio cristallino è in questo momento la più utilizzata
dal punto di vista industriale.
Si divide in SILICIO POLICRISTALLINO (mc-Si) e SILICIO MONOCRISTALLINO
(Cz-Si).
I motivi per il suo impiego così diffuso sono principalmente i costi
accettabili paragonati al rendimento di produzione elettrica ottenibile per
m² di modulo
fotovoltaico e per la facilità di reperimento del silicio sulla crosta
terrestre. Altrettanto non facile è comunque la raffinazione del silicio
stesso che deve essere puro al 99,9% e fuso in lingotti per poi essere tagliato
a fette (wafer). Le celle in silicio monocristallino tuttavia possono essere
ricavate anche da wafer scartati dall’industria dei microprocessori,
i quali vengono decappati attraverso semplici attacchi acidi e poi cresciuti
come
celle fotovoltaiche. Questa tecnologia di produzione però “soffre” dell’ottimizzazione
portata alla produzione di microchip che grazie alla ricerca ha potuto diminuire
in maniera sensibile gli scarti.
La curva di miglioramento della tecnologia al silicio cristallino è quasi
al culmine, visto che si sono raggiunte prestazioni industriali del 15-17%
(il rendimento del silicio in laboratorio è del 25% ma difficilmente
diventerà un
parametro applicabile anche alle soluzioni industriali). La ricerca quindi
sta ora spostandosi dal materiale
alle tecnologie di produzione della cella, onde ottimizzare lo scarto di produzione
(sfridi di taglio lingotto,
nuovi
materiali per il drogaggio, nuovi sistemi di crescita cella, testuring, recupero
di area
attiva con nuovi sistemi di deposizione dei fingher, etc.). Una nuova ed interessante
tecnologia : “Spheral Solar” utilizza microsfere di silicio cristallino
per ottenere celle di tipo flessibile e senza dover costruire e tagliare fette
da lingotti , evitando quindi sfridi e costose tecnologie di crescita del lingotto
e della cella.
Attualmente grazie ai numerosi programmi di finanziamento dei vari governi
europei ed extraeuropei, il mercato dei lingotti e dei wafer in silicio ha
avuto una
brusca impennata con le conseguenze di aumentarne i costi e renderne difficile
la reperibilità.
Wafer pronti per diventare celle fotovoltaiche
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Lingotto di silicio cristallino |
Film sottile
SILICIO AMORFO (a-Si:H) TRADIZIONALE
La
tecnologia al silicio amorfo è stata in passato
e continua ad essere oggetto di numerosi investimenti
in ricerca e sviluppo. E’ sicuramente la tecnologia
meno costosa e più semplice da produrre, ma anche
quella che garantisce i rendimenti più bassi:
rispetto al 16% del silicio cristallino il silicio amorfo
arriva al 6 – 8%. Inoltre solo da poco si è riusciti
ad ottenere moduli fotovoltaici in amorfo con garanzie
di funzionamento interessanti, 10 anni di garanzia contro
i 25 anni del c-Si.
Il processo di creazione della cella è molto semplice:
su un substrato rigido (vetro o metallo) vengono depositati
con tecnologie adeguate (sputtering o evaporazione) più strati
di materiale, due di questi strati (i più esterni)
diventano elettrodi di conduzione, mentre lo strato interno
diventa giunzione della cella fotovoltaica.
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Tipologia di costruzione
della Cella a-Si:H
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TECNOLOGIA a-Si:H TANDEM & TRIPLE
JUNCTION
Derivata dalla tecnologia precedente
(a-Si:H tradizionale) questa tecnologia innovativa permette
un maggior rendimento
di funzionamento, il quale in alcuni casi arriva al 12% (triple
junction). In pratica vengono aggiunte ulteriori giunzioni
, trattate in maniera differente, le quali hanno risposte
diverse allo spettro della luce, aumentando quindi la banda
di funzionamento nello spettro solare.
Ad esempio: un modulo fv costruito con questo tipo di
tecnologia, paragonata al silicio cristallino C-Si, anche
se di minor efficienza, a parità di potenza riesce
a produrre in base annua un 20% in più di energia
perché ha una migliore risposta alla radiazione solare
diffusa.
La tecnologia Triple Junction Unisolar (immagini a lato)
permette di costruire moduli fotovoltaici di tipo flessibile
per svariati usi e inoltre permette di incollare le varie
celle su substrati in acciaio (tetti in lamiera) e di altro
materiale (guaina in PVC , etc.). La tecnologia Unisolar
tra l’altro è l’unica a dare 20 anni di
garanzia nel settore FILM SOTTILE.
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TECNOLOGIA CADMIO TELLURIDE/CADMIOSULFIDE
(CTS)
La cella solare CTS è composta
da uno strato p (CdTe) e uno strato
n (CdS) i quali formano una eterogiunzione
p-n.
La tecnologia di deposizione dei materiali si rifà a
quella già elencata per il Silicio Amorfo.
Differentemente dalla tecnologia a-Si:H la cella CTS riesce
a ottenere efficienze maggiori: 8-10% per prodotti industriali
(15,8% ottenuto in laboratorio).
Uno dei problemi elencati per la produzione in larga scala
della tecnologia CTS è il cadmio contenuto nella cella
il quale può diventare un problema ambientale se non
correttamente riciclato o utilizzato. |
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Test di celle FV in tecnologia CTS |
TECNOLOGIA COPPER INDIUM
DISELENIDE AND COPPER INDIUM/GALLIUM DISELENIDE (CIS e CIGS)
Altra tecnologia legata al settore film sottile, la CIS
sta avendo un grande successo grazie agli ultimi risultati
ottenuti con la ricerca sul disselenuro di
rame/indio.
I risultati ottenuti danno un 13-15% di rendimento su celle testate in laboratorio,
mentre aggiungendo del Galio (CIGS) questo valore, su celle di piccole dimensioni,
può addirittura arrivare al 18%. Attualmente il valore su celle industriali
si attesta intorno al 10 - 11%.
Si pensa che in futuro la tecnologia CIS potrà dare risultati equiparabili
a moduli di egual misura e potenza costruiti con celle in silicio cristallino,
ma con costi di produzione molto minori.
ARSENIURO DI GALLIO (GaAs) E DISPOSITIVI
AD ALTA EFFICIENZA
La tecnologia GaAs è attualmente la più interessante
dal punto di vista dell’efficienza ottenuta, superiore
al 25-30%, ma la produzione di queste celle è limitata
da costi altissimi e dalla scarsità del materiale,
utilizzato prevalentemente nell’industria dei “semiconduttori
ad alta velocità di commutazione” e dell’optoelettronica
(led e fototransistors).
Infatti la tecnologia GaAs viene utilizzata principalmente
per applicazioni spaziali , dove sono importanti pesi e dimensioni
ridotte. I risultati ottenuti con celle GaAs danno un’efficienza
di conversione maggiore del 30%.
Nel 1999 un progetto congiunto tra Spectrolab e il National
Renewable Energy Laboratory (NREL) ha raggiunto un record
importante nelle conversione fotovoltaica, realizzando una
cella solare con efficienza di conversione pari al 32,3%.
Questa cella a tripla giunzione è stata costruita
utilizzando tre strati di materiali semiconduttori, fosfuro
di indio/gallio su arseniuro di gallio su germanio (GaInP2/GaAs/Ge).
Si ritiene che siano possibili ulteriori progressi in breve
tempo tali da permettere il raggiungimento della soglia del
40%.
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Cella GaAs |
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