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25-01-2006 |
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Ambiente, Italia davanti agli Usa, ma in Europa siamo tra i peggiori |
Studio per il World economic forum delle università Yale e Columbia
Il nostro paese meglio di Germania e Olanda, al primo posto la Nuova Zelanda.
La ricerca tiene conto di diversi indicatori, dall'aria, all'acqua all'energia |
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NEW YORK - In Italia l'ambiente è tutelato meglio che in Germania, Olanda e Stati Uniti. Il verdetto arriva dai professori della Yale e della Columbia, due delle più autorevoli università americane. Secondo i risultati di una ricerca realizzata in collaborazione tra i due atenei di New Haven e New York, l'Italia nella classifica mondiale del rispetto delle politiche di sostenibilità ambientale è al 21esimo posto.
Lo studio, intitolato "2006 Environmental Performance
Index", sarà presentato in occasione del World Economic Forum che si apre dopodomani a Davos in Svizzera. Per metterlo a punto, docenti e ricercatori delle due università hanno tenuto conto di vari indicatori (salute della popolazione, disponibilità di acqua potabile, emissioni di gas serra, presenza di biodiversità, intensità energetica e altri ancora). I risultati finali per il nostro paese sono abbastanza lusinghieri, anche se sollevano qualche dubbio sull'attendibilità generale della ricerca.
L'Italia nella classifica generale si piazza infatti al 21 posto, dietro paesi che avremmo immaginato meno attenti alla sostenibilità ambientale (la Colombia è 17esima, la Malaysia è nona) e davanti a nazioni che solitamente vengono additate ad esempio (la Germania è 22esima, l'Olanda 27esima). Prima in assoluto è la Nuova Zelanda che precede Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca e Regno Unito. Solo 28esimi gli Stati Uniti, superati in graduatoria da quasi tutti i paesi dell'Unione Europea, oltre che da Giappone, Taiwan, Cile e Argentina.
Risultati in parte spiazzanti che possono essere spiegati con il particolare taglio scelto dai ricercatori per il "2006 Environmental Performance
Index". Lo studio, più che della situazione in termini assoluti, prende in esame infatti il raggiungimento degli obiettivi che gli Stati si sono dati in materia di sostenibilità e salvaguardia ambientale. Nel valutare il parametro della qualità dell'aria e delle emissioni inquinanti, la ricerca finisce inoltre per premiare inevitabilmente i paesi più piccoli e meno industrializzati.
Vantaggio che però incide relativamente sulla classifica finale. La coda della graduatoria è occupata infatti da nazioni dell'Africa e dell'Asia meridionale e centrale. Nelle ultimissime posizioni ci sono Etiopia, Mali, Ciad e Niger, tutti paesi poverissimi con minime capacità di investimento in infrastrutture ambientali come gli impianti per la depurazione dell'acqua e il trattamento dei rifiuti e sistemi legislativi deboli.
repubblica.it
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