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29-07-2005 TUTTE LE NEWS
Sul Pacifico il patto tra i paesi anti Kyoto
Il quotidiano The Australian rivela l'accordo segreto di Australia, USA, Cina, India e Corea del Sud per combattere l'effetto serra al di fuori dagli schemi di Kyoto.
 
L'alleanza si chiamerà "Partnership dell'Asia-Pacifico per lo sviluppo pulito e il clima" e si prefigge come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas serra senza impattare sulle economie nazionali. Finora Australia e Stati Uniti non hanno sottoscritto Kyoto giudicandolo troppo penalizzante per le proprie economie nazionali e criticando l'esclusione da Kyoto dei paesi emergenti come Cina e India.

L'accordo degli USA sarà parallelo e non alternativo al trattato di Kyoto da cui si differenzia. Rispetto al Protocollo di Kyoto la nuova alleanza del Pacifico include anche i grandi paesi emergenti della Cina e dell'India. Complessivamente i paesi sottoscrittori del nuovo protocollo sul Pacifico coprono il 40% delle emissioni mondiali di gas serra. Se mai avrà luce è pertanto un atto internazionale meritevole di attenzione.

Il protocollo sul Pacifico identifica la risposta americana al problema dell'effetto serra. La strategia dei cinque paesi mira ad avviare lo sviluppo economico mediante tecnologia a minore impatto ambientale e incrementando l'utilizzo di fonti energetiche diverse da quelle attuali: carbone "pulito", geotermia, eolico, gas naturali, metano, energia nucleare, solare e biogas. L'idrogeno, come vettore di energia, assumerà presumibilmente un'importanza portante nell'accordo.

Il ministro australiano dell'ambiente, Ian Campbell, ha confermato l'esistenza dell'accordo, assicurando che i dettagli saranno svelati nei prossimi giorni.

Le critiche al protocollo sul Pacifico. Le associazioni ambientaliste criticano l'accordo sul Pacifico reputandolo soltanto una dichiarazione d'intenti priva di struttura e di programmi. "It sounds like a trade deal, and that's not a substitute for an agreement to cut emissions of greenhouse gases," ha dichiarato Hans Verolme, responsabile del World Wildlife Fund's climate-change program, (fonte The Globe and Mail). Secondo l'opposizione laburista australiana il governo di Canberra dovrebbe sottoscrivere immediatamente Kyoto piuttosto che rischiare di perdere tempo.

Dovremo abituarci all'idea di convivere con due Protocolli sull'effetto serra? Sicuramente avere messo in piedi due strategie diverse per risolvere il medesimo problema da un lato divide gli sforzi ma dall'altro dimezza il rischio di incappare in errori strategici di lungo periodo. Inoltre va considerato che soltanto la Corea del Sud aveva firmato anche Kyoto, i quattro restanti paesi non avrebbero mai sottoscritto il patto di Kyoto nei prossimi 4-5 anni. Cina e India sono ufficialmente esentate dalla partecipazione di Kyoto fino al 2012 in quanto considerati nel 1997, anno di nascita del Protocollo di Kyoto, come paesi in via di sviluppo da non coinvolgere per evitare di frenare lo sviluppo. Australia e Stati Uniti, invece, si sono sempre rifiutati di sottoscrivere il Protocollo per il timore di penalizzare la competitività industiale.

Dal 1997 ad oggi qualcosa è cambiato sugli scenari internazionali.
La Cina e l'India hanno registrato stabili tassi di crescita al 7-10% candidandosi come principali mercati mondiali di riferimento. L'economia occidentale ha invece accusato un forte rallentamento. Quelli che un tempo erano considerabili come paesi in via di sviluppo (Cina e India) oggi sono reputati temibili da tutti come competitors commerciali.