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14-04-2006 |
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Villaggi Nepalesi autosufficienti a emissioni zero |
Uno sviluppo economico tramite l' autosufficienza energetica basata sulle fonti rinnovabili. Questo l'intento dei tecnici della Nepal Trust Organization, una Ong scozzese che finanzia nuovi modelli di sviluppo. |
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Si arrampicano sulle montagne del Nepal, di villaggio in villaggio. Una prima volta per ascoltare, una seconda per progettare insieme e, quindi, per costruire. Una delle migliori realizzazioni, il ''Centro per l'energia rinnovabile'' di Humla, ha ricevuto anche il Premio Italgas 'Progetti per l'ambiente', consegnato a Torino dal presidente Alberto Meomartini. Nata nel 1963 per volonta' di un ex ufficiale britannico, Alan Jacobsen, l'Ong scozzese si e' a lungo occupata di costruire ospedali e scuole. Ad un certo punto, pero', si sono resi conto che lo sviluppo economico e l'autonomia culturale di questi villaggi sarebbero stati possibili solo svincolandosi dai costosi e obsoleti sistemi di approvvigionamento energetico. ''Abbiamo cosi' iniziato a pianificare interventi semplici e moderni - spiega il presidente Tony L. Sharpe - per costruire tetti fotovoltaici, piccole turbine idroelettriche, forni solari, impianti termici a biomassa per fornire a ogni villaggio l'energia necessaria, migliorare le condizioni di vita e permettere il definitivo decollo delle attivita' artigianali''.
In questo modo, sottolinea Sharpe, non si emette nell'aria nuova CO2 e, nello stesso tempo, si opera in piena sintonia con i dettami del Protocollo di Kyoto. Anche se il Nepal non fa parte dei Paesi 'Annex 1' (i Paesi che, tra i firmatari del Protocollo, sono tenuti a farsi carico di una quota della riduzione generale dei gas serra) e' bene che, se si deve provvedere ai nuovi fabbisogni energetici, si varino subito nuove tecnologie senza ricorrere a impianti che gia' nascono obsoleti e inquinanti, come le centrali a petrolio o a carbone, ampiamente usate in India e Cina per sostenere il Pil galoppante. Ma gli impianti che producono elettricita' a partire dalle fonti rinnovabili sono patrimonio dell'Occidente e il loro costo e' inarrivabile per molte di queste piccole economie nascenti. Accanto al valore ambientale, quindi, i progetti della Nepal Trust Organization sono la dimostrazione di come l'hi tech del Primo Mondo possa e debba essere messo al servizio dei Paesi poveri per svincolarli dai mercati dell'energia tradizionale. ''Il sole e' gratis, cosi' come l'acqua impetuosa dei loro torrenti - puntualizza Scarpe - noi mettiamo a disposizione le tecnologie e insegniamo a usarle: cosi' le popolazioni locali possono gestire le risorse di cui dispongono, senza dipendere dal gas o dal petrolio''. E' significativo che, spesso, siano le donne del villaggio le persone piu' disponibili a imparare, nonche' le piu' precise nella gestione degli impianti. E sono sempre le donne a collaborare all'utilizzo in senso comunitario dell'energia: i forni solari per i cibi vengono usati a turno. (ANSA).
www.ansa.it
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