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19-09-2006 |
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Serve più tecnologia per ridurre le emissioni di CO2 |
Mantenere le emissioni di anidride carbonica ai livelli di oggi anche nel 2050.
Con l’ascesa dei giganti economici asiatici e la domanda di combustibili fossili in continuo aumento, parrebbe un’utopia. |
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Secondo il rapporto “Energy Technology Perspectives 2006”, elaborato dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) e presentato nel corso di un workshop nella sede romana dell’Enea, si tratta invece di una prospettiva credibile. A patto però che i governi si impegnino a portare avanti un programma energetico comune basato su due direttrici fondamentali: l’uso integrato di tutte le fonti energetiche disponibili e in via di sviluppo, e l’investimento in una serie di tecnologie in grado di fare la differenza, soprattutto sul versante del risparmio dell’energia.
Negli ultimi dieci anni – si legge nel rapporto – le emissioni di CO2 sono aumentate, a livello mondiale, di oltre il 20% ed entro il 2050 potrebbero raggiungere livelli superiori di due volte e mezzo rispetto agli attuali. Secondo gli scenari alternativi elaborati dall’Iea, la tendenza potrebbe tuttavia essere invertita. Per riuscirci, secondo l’Agenzia è necessario anzitutto che i governi adottino una serie di misure utili ad incentivare l’adozione di tecnologie più efficienti negli edifici, nell’industria e nei trasporti. Secondo l’Iea tali misure potrebbero portare entro il 2050 a una diminuzione dei consumi energetici tra il 17 e il 33% e a un abbattimento delle emissioni di CO2 fino al 53% rispetto al livello attuale. La partita decisiva si giocherà nel settore dei trasporti, quello che consuma la maggior parte dei prodotti petrolieri. E un ruolo importante spetterà ai bioconbustibili, che insieme all’idrogeno soddisferanno tra quaranta anni circa il 35% della domanda energetica nel settore.
In ogni caso, secondo l’Iea, nel 2050 saranno ancora i combustibili fossili a fornire la maggior parte dell’energia mondiale. Lo studio conforta, in particolare, l’attuale corsa all’approvvigionamento di gas, fonte che nel 2050 coprirà tra il 23 e il 28% del la produzione energetica. Previsioni di crescita anche per il nucleare, con una percentuale sulla produzione di energia elettrica tra il 16 e il 19 per cento, e per le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2 (potrebbero contribuire a ridurre le emissioni del 20-28 per cento). Anche il contributo delle fonti rinnovabili alla produzione di energia elettrica dovrebbe crescere: dall’attuale 18% al 34%, con una riduzione di gas serra tra il 9 e il 16 per cento. Al ribasso invece le previsioni per il fotovoltaico che dovrebbe mantenersi nel 2050 al di sotto del 2% della produzione mondiale di energia elettrica. Dato tuttavia contestato da alcuni partecipanti al workshop. Per Giambattista Zorzoli, di Aiee-Ises Italia, «la stima non tiene conto dei mutamenti tecnologici che potrebbero rivoluzionare lo scenario».
Insomma, a giudicare dai dati un percorso energetico sostenibile è possibile. «Ma per raggiungerlo – ha ricordato Giorgio Simbiotti, dell’Iea –sarà indispensabile una forte collaborazione tra settore pubblico e settore privato e tra Paesi industrializzati e Paesi emergenti». Una prospettiva su cui concorda il ministro della Funzione pubblica e dell’innovazione, Luigi Nicolais. Che per la Finanziaria ha annunciato «fondi per gli incentivi energetici e l’innovazione tecnologica».(Domenico Lusi)
www.ilsole24ore.com
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