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20-10-2006 TUTTE LE NEWS
Eolico: Spagna 12% consumo coperto da vento al 2010
L'energia eolica in Spagna si sta espandendo a gran velocita' e il governo prevede il raddoppio dei megawatts entro il 2010 a coprire il 12% del consumo energetico nazionale.
 
Ma tale crescita non e' abbastanza per le regioni che hanno pianificato uno sviluppo assai piu' importante, mentre preoccupa e divide i gruppi ecologisti. Con una potenza eolica finora installata superiore a 10.000 megawatts e 530 'centrali del vento' operative e in grado di coprire gia' quasi il 7% dei consumi elettrici, la Spagna e' divenuta una delle maggiori produttrici mondiali, seconda in Europa solo alla Germania. Per la Spagna, che dipende per l'80% dall'import energetico, la produzione eolica significa uno sforzo per ridurre tale dipendenza e preparare un'alternativa al nucleare, mentre in casa e nel continente si e' gia' aperto un dibattitto al riguardo. E consente al paese di far conto su un risparmio annuale di 15 milioni di tonnellate di diossido di carbonio e garantire occupazione a 17. 000 persone, numero che dovrebbe quasi raddoppiare entro il 2010. Il tutto grazie ad uno dei settori piu' dinamici dell'industria nazionale con una quota di mercato mondiale pari al 13% e fondato sull'iniziativa di grandi imprese, sostenute da una costellazione di centinaia di piccole e medie che operano all'interno della galassia eolica. Il grande sviluppo del settore e' dovuto, oltre che alle favorevoli condizioni geografiche, principalmente al sostegno dello stato e delle regioni autonome che hanno favorito gli investimenti industriali, ma ora il piano governativo 2006-2010 se pure prevede per quella data il raddoppio della capacita' fino a 20.155 MW, ha ridotto alla meta' le richieste provenienti dalle amministrazioni regionali che complessivamente volevano due volte tanto, cioe' l'stallazione di quasi 40.000 MW. E al tempo stesso divide i gruppi ecologisti tra quelli che sostengono senza riserve lo sviluppo eolico e quelli preoccupati invece che una corsa troppo rapida metta in pericolo l'ambiente. La associazione ambientalista navarra Gurelur ha denunciato ad esempio con forza la ''devastazione'' causata dalle centrali eoliche che ''deturpano in modo terribile il paesaggio'', mentre piattaforme ecologiche in Galizia, Paese Basco, Catalogna, la Rioja e Castilla-Leon sollecitano piani ''piu' coerenti'' e ''regolati'' sulla capacita' reale di sviluppo sostenibile di ciascuna area. Invece altre organizzazioni come Greenpeace e Ecologisti in Azione ritengono ''imprescindibili'' gli investimenti eolici per produrre energia pulita e garantire gli obiettivi di Kyoto, e criticano piuttosto la ''indefinizione'' della politica energetica del governo. Greenpeace avverte che propio mentre per il 2050 si spera che oltre un terzo dell'elettricita' mondiale, includendo gli usi industriali, possa provenire dall'energia eolica, minacce gravano sul futuro della pur fiorente industria spagnola a causa della politica governativa sulla riduzione dei contributi al settore e che pone tetti ai piani regionali. Il ministero dell'industria teme che uno squilibrio di sviluppo tra le varie regioni e si travalichi la capacita' di assorbimento del sistema elettrico. E per frenare quindi e poter controllare l'espansione degli investimenti nel settore, ai limiti fissati dal piano ufficiale aggiungera' entro l'anno una revisione del sistema di prezzi nonche' tagli, dal 15% al 30%, dei contributi statali. Queste misure stanno provocando forti reazioni a livello locale dove si teme per i grandi investimenti gia' preventivati. In Galizia impresari e lavoratori del settore parlano gia' di un possibile 'black out eolico'. Per l'Andalusia il tetto al piano eolico presuppone un taglio del 50% rispetto al piano regionale con rischio per investimenti di quasi due miliardi di euro. Stesse preoccupazioni nel Principato delle Asturie che teme per 900 milioni di euro di investimenti. E tutti denunciano il ''messaggio contraddittorio'' del governo che, affermano, mentre sottolinea la necessita' di sviluppare le energie rinnovabili, dall'altra annuncia tagli nelle sovvenzioni e limitazioni eoliche. E su questo almeno, industriali e Greenpeace sono d'accordo. (ANSA).

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