La Valle d'Aosta, esclusa dalle coltivazioni cerealicole, guarda con interesse alla possibilita' di produrre biogas dai liquami animali. ''Il destino del petrolio e' quello di esaurirsi in tempi relativamente brevi - ha dichiarato Ezio Mossoni, direttore della Coldiretti Valle d'Aosta - e' importante quindi favorire il settore agricolo per la produzione di energia. In Valle d'Aosta la produzione deve essere indirizzata verso il biogas con l'utilizzo dei liquami zootecnici''. Mossoni rileva poi che ''gli impianti sono costosi, quindi, per coinvolgere anche le aziende agricole di piccole dimensioni, sarebbe opportuno incentivare la creazione di impianti comprensoriali''. Il biogas deriva dallo smaltimento dei liquami animali, annulla le emissioni di CO2 e il residuo e' un concime di alta qualita' privo di odore. Le deiezioni degli animali allevati nelle stalle (bovini, suini, equini, pollame e conigli) vengono raccolte in vasche di stoccaggio a chiusura stagna con la conseguente eliminazione dei depositi di letame a cielo aperto. Il processo indotto di trasformazione batterica anaerobica genera gas metano puro che, bruciato, alimenta il sistema che produce energia elettrica e calorica. E' previsto per le produzioni energetiche l'accesso a un sistema d'incentivazione, inoltre, con la modifica dell'art.2135 del Codice civile, le imprese agricole possono vendere l'energia che producono in eccesso. Il costo dell'impianto viene ammortizzato in qualche anno. Il primo impianto realizzato in Valle d'Aosta e' di Ennio Pont, allevatore di Nus che spiega: ''"Nella mia azienda e' in funzione dal 2001 un impianto pilota per la produzione di biogas; con il letame di 50 bovini produciamo 10,5 Kw/h. Inoltre il liquame fermentato si trasforma in un ottimo concime per i prati che e' altamente assimilabile e privo di cattivo odore''. (ANSA)
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