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09-01-2007 TUTTE LE NEWS
Dalle bucce di banana al combustibile liquido
Utilizzando la frazione umida dei rifiuti, gli scarti dell'industria agroalimentare e della lavorazione del legno, la biomassa ricavata da colture agroforestali a scopo energetico si può ottenere un particolare biodiesel di seconda generazione denominato Btl (Biomass to liquid) o SunDiesel, come l’ha chiamato la Choren Industries, l’azienda tedesca che ha messo a punto la nuova tecnologia.
 
Il sistema adottato è il processo di sintesi di Fischer Tropsch, una reazione chimica catalizzata che consente di combinare idrogeno e monossido di carbonio, gas di sintesi derivati dal trattamento della biomassa, per ottenere idrocarburi liquidi di varia forma. Con un ettaro di terreno si possono produrre 25 tonnellate di biomassa secca, dalla quale si possono ottenere quasi 6 tonnellate di Btl. Per avere una quantità corrispondente di energia dal bioetanolo o dall'olio vegetale occorre coltivare terreni almeno tre volte più estesi. Il nuovo combustibile potrà essere utilizzato sia puro che in addizione ai diesel convenzionali. Una percentuale del 10-20% di btl è sufficiente per migliorare la combustione e abbattere considerevolmente le emissioni. Infatti, dato l’elevato numero di cetano che lo caratterizza, il Sundiesel presenta migliori performance in fase di accensione rispetto ai tradizionali diesel. Inoltre, non contenendo nella sua struttura anelli aromatici né zolfo, le emissioni esauste rilasciate in atmosfera presentano un basso contenuto di sostanze inquinanti. A Freiberg, in Sassonia (Germania dell’est) è in fase di realizzazione il primo impianto della Choren che produrrà biocombustibili a partire dai gas di sintesi derivati da qualsiasi biomassa con umidità inferiore al 20%. Il Sundiesel prodotto dall’azienda tedesca sarà diffuso in collaborazione con Daimler Chrysler e Volkswagen. Grandi quantità di btl saranno disponibili già dal 2007, una volta ultimato l’impianto di Freiberg.

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