Lo studio, ''Role of electricity'', frutto di un anno di lavoro di esperti, anche indipendenti, analizza quattro possibili scenari per un mercato energetico a basse emissioni di CO2 e, quanto piu' possibile, indipendente da approvvigionamenti esterni. La proiezione, che arriva fino al 2050, prende in considerazione lo scenario attuale, quello in cui si sviluppino efficienza energetica e rinnovabili, una situazione con il risveglio del nucleare e l'uso del CCS e, infine, una in cui si sviluppino tutte le possibili fonti energetiche pulite. L'unica via percorribile, secondo il rapporto Eurelectric, e' quella di utilizzare tutte le fonti energetiche che non producono emissioni di CO2. L'indicazione e' condivisa, ed e' stata sottoscritta in una dichiarazione congiunta, anche dagli operatori elettrici di USA, Canada, Giappone, Australia.
Analizzando la situazione delle energie rinnovabili lo studio stima che molte tecnologie siano mature e competitive, o lo stiano diventando. E' il caso dell'energia idroelettrica, della biomassa e dell'eolico. Ecco nel dettaglio il piano di sviluppo per singola fonte:
- IDROELETTRICO: allo stato attuale rappresenta di gran lunga la parte piu' consistente tra le capacita' fornite dalle rinnovabili. Le centrali di grandi dimensioni sono molto competitive e offrono un grado di efficienza eccellente. A seconda della dimensione dell'impianto dal 75% al 90% dell' energia prodotta viene infatti trasformata in elettricita'. Non e' pero' possibile pensare di incrementare il numero di queste grosse installazioni, sia per l'ingente investimento di capitali, sia per i vincoli ambientali.
- EOLICO: un successo negli ultimi dieci anni, specie in Europa. Il grado di efficienza e' attualmente intorno al 43-44 per cento e crescera ' di poco, sostiene lo studio. Nel 2030 si arrivera' ad una efficienza pari al 46-47 per cento. La caratteristica dell'intermittenza dell'energia eolica continua a costituire, secondo Eurelectric, una sfida vitale per l'impatto sulla rete elettrica.
- BIOMASSE: l'efficienza rimane abbastanza bassa. Gli impianti che bruciano esclusivamente biomassa hanno una tasso del 32% e Eurelectric stima che non possa aumentare oltre il 35% per il 2030. L'uso della biomassa da' migliori risultati nei sistemi di co-combustione; attualmente raggiunge una efficienza del 45% con previsioni del 50% per il 2030.
Le altre rinnovabili, solare termico, fotovoltaico, geotermico, energia delle maree e delle onde, rappresentano un grosso potenziale per il futuro, ma richiedono un notevole sviluppo economico e tecnologico per diventare una parte importante del mix energetico Ue, sottolinea lo studio. (ANSA).
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